Pagine Romaniste (R. Gentili) – Sull’aereo che porterà la Roma a Tirana per la finale di Conference League ci sarà anche il Feyenoord. Gli olandesi hanno ottenuto il passaggio all’ultimo atto della nuova competizione superando il Marsiglia degli ex Roma Pau Lopez, Gerson e Under – solo il brasiliano titolare nelle due sfide, il turco ha racimolato dieci minuti al ritorno – con la sola vittoria dell’andata per 3-2 ed il match del Velodrome finito a reti bianche.
Il Feyenoord è avversario noto nel mondo giallorosso. Nei sedicesimi di finale dell’Europa League 2015-16, il club del sud e la compagine capitolina si incrociarono in una doppia sfida ricordata più per i disordini creati dagli hooligans olandesi nella Città Eterna che per il risultato finale, andato a favore dell’allora squadra di Garcia (1-1 all’andata, 1-2 il ritorno).
LA ROAD TO TIRANA – Al di là del precedente, Roma e Feyenoord sono legate da un altro fil rouge. Sia la squadra di Mourinho che quella di Arne Slot hanno cominciato il viaggio verso Tirana dalla prima tappa. Entrambe, infatti, sono state costrette ad affrontare il Purgatorio della competizione. La Roma solo il playoff contro il Trabznospor, mentre il Feyenoord è partito addirittura dal secondo turno di qualificazione. Ha così superato, in ordine, i kossovari del Drita (0-0 in trasferta, 3-2 al ritorno in casa), gli svizzeri del Berna col tennistico 6-0 (tre gol per partita) per poi farne cinque agli svedesi dell’Elfsborg, cui non è bastato il 3-1 del ritorno.
Aperta finalmente la porta del girone, è arrivata sopra allo Slavia Praga, all’Union Berlino e al Maccabi Tel Aviv senza mai perdere. La striscia positiva si è protratta anche nel percorso verso la finale: 8-3 complessivo col Partizan Belgrado (2-5 in Serbia, 3-1 in Olanda); pareggio interno 3-3 contro la Slavia ai quarti – altra similitudine con la Roma, che prima del Leicester aveva affrontato il Bodo, già trovato nei gironi – poi superato 1-3 al ritorno ed infine il confronto vittorioso con l’OM.
LE FRECCE A DISPOSIZIONE – Dall’arco di Slot possono uscire diverse frecce pericolose. Quelle che più potrebbero infastidire e pungere la Roma sono quelle di Senesi, Sinisterra, Kokcu, Til e Dessers. Il primo è un nome che quasi ad ogni sessione di mercato risuona attorno alla Roma. Leader difensivo oltreché capitano, il 24enne argentino è preposto al doppio compito di fermare gli attacchi e di far partire gli stessi.
Ne condivide le medesime consegne Gernot Trauner. Difensore mobile – dalla sua parte, sul centro-destra, si può entrare più facilmente – prende spesso il comando dell’impostazione facendo buon uso della buona visione di gioco. Gioco che si basa prevalentemente su due aspetti: un costante pressing ed assidua ricerca della verticalità.
La pressione viene apportata da subito. Quando la squadra di Slot lascia impostare, si dispone per un’immediata aggressione volta a recuperare il prima possibile il possesso. Nella costruzione dal basso avversaria, i dettami prevedono che i due esterni – Nelson e Sinisterra, pericolosi fulmini – pressino il relativo difensore centrale, mentre Til va a schermare il regista. Contemporaneamente, tutta la squadra sale, con la linea difensiva che va a posizionarsi a ridosso del centrocampo. “Chi di pressione ferisce, di pressione perisce”. Se chiamato ad essere dall’altra parte della barricata, il Feyenoord però soffre la pressione, situazione che ne mette in risalto i difetti come la difesa ballerina, incapace di restare compatta e quindi tendente ad aprire spazi.
Un altro tallone d’Achille, che si lega a quello della difesa, è la fascia sinistra. È qui che l’ex Karsdorp, e tutti i componenti della stessa catena laterale, potrebbero trovare maggior terreno fertile nella zona controllata dal 22enne Malacia. Il Marsiglia, per citare l’esempio più recente, ha superato la metà campo soprattutto mettendo la freccia sulla corsia in questione. I francesi, tra l’altro, all’andata hanno trovato il momentaneo pareggio proprio con cross teso da quella parte.
Spostando lo sguardo a centrocampo, bisogna soffermarsi sui due componenti della mediana biancorossa: Aursnes e Kokcu. Il norvegese è il perfetto giostraio del centrocampo, tenuto con ordine e rigore tattico. Costante soluzione in impostazione, è abile nel tenere palla, subito verticalizzata. L’olandese di origine turca è, invece, un’altra pedina di cui gli uomini di Mourinho dovranno osservare con attenzione i movimenti. Kicker degli angoli, è pericoloso dalla distanza. Sceglie sempre con poco errore di margine il momento giusto per salire sulla trequarti – porzione di campo che può occupare – ed aiutare l’attacco.
È davanti però che il Feyenoord ha i maggiori pericoli. Su tutti Sinisterra, esterno colombiano tutto corsa, fantasia e dribbling. Anche dall’altra parte, a destra, c’è Nelson, altra giovane ala capace di creare non poco caos con l’imprevedibilità che lo contraddistingue.
La velocità dei due ventiduenni viene valorizzata dall’altra peculiarità del gioco di Slot. Piuttosto che dar vita ad articolate combinazioni di gioco, il Feyenoord fa largo uso dei lanci in profondità dietro la difesa, modus operandi che li porta nella maggior parte dei casi al gol, come fatto con l’OM. Trovata la ricercata profondità, gli esterni – bassi ed alti – producono molti cross, perlopiù all’indietro e radenti, pronti ad essere raccolti da puntuali arrivi a rimorchio.
L’uomo incaricato di mettere la palla in rete è Dessers. Nonostante in campionato viaggi a bassa velocità – 6 gol in 25 partite – è proprio in Conference che il nigeriano nato in Belgio ha messo il piede sull’acceleratore. È il capocannoniere della competizione con un borsino di 10 gol in 12 partite, uno in più di Abraham. Tammy che con la rete contro il Leicester ha sia portato la Roma a Tirana che raggiunto 25 centri alla prima stagione in giallorosso, stabilendo un nuovo record.
Dessers è comunque attaccante pericoloso. Non però di quelli letali – da una palla ed un gol, per intenderci – ed i numeri lo stabiliscono. Il reparto offensivo è completato da Til, uno dei principali e possibili spauracchi per la banda di Mourinho. Oscillando tra la trequarti – gioca dietro a Dessers, vicino ha Nelson e Sinisterra – con l’eleganza ed il tocco di palla felpato, aiutato da un’alta visione di gioco, è il jolly della Slot machine olandese. Se davanti è decisivo nel confezionare regali, dietro è bravo a fare filtro e a farsi valere come soluzione in più nelle situazioni più arruffate.
DODICESIMO UOMO – Nota per essere una delle tifoserie più calde dei Paesi Bassi e non solo, il rapporto tra i sostenitori ed il club è così intenso che ha portato la società ad attuare una curiosa ma significativa scelta. La maglia numero 12 non è assegnabile a nessun giocatore. Perché? Chi la porta è sempre con la squadra. Il numero è infatti dedicato proprio ai tifosi.