La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – In questi giorni in cui la Roma è rimasta in Algarve, c’è chi è andato bene e chi invece è sembrato ancora assai indietro. Bene, molto bene, sono andati due che non hanno nulla da imparare da nessuno a livello di esperienza e personalità come Smalling e Matic.
L’inglese ha gestito bene la difesa nelle prime due partite, essendo l’unico ad essersi salvato nel disastro iniziale con il Cadice. La terza partita non l’ha giocata per infortunio, ma resta una certezza.
Come Matic, appunto, che in mezzo ha dettato ritmi e pensato (e giocato) sempre in verticale. In questo ritiro la Roma ha cercato spesso la profondità e proprio dalla mente del serbo sono arrivate le giocate più intelligenti per gli attaccanti. E tra questi quello che sembra più in palla è sicuramente El Shaarawy, che ha segnato sia contro il Casa Pia sia contro l’Rkc Waalwijk, ma soprattutto ha dato una mano ovunque.
Chi è sembrato ancora una volta inaffidabile è Svilar, che nelle prime due partite ne ha combinate un po’ di tutti i colori. L’ennesima prova gettata via dal portiere serbo, con Mourinho che appena ha avuto Rui Patricio lo ha ributtato subito dentro, più per disperazione che per necessità.
In apprensione anche Kumbulla, che evidentemente paga lo scarso utilizzo dei mesi scorsi e la mancanza di fiducia. Marash è sembrato un po’ arrugginito, macchinoso, spesso fuori posizione. Gli servirebbe di giocare con più continuità.
Infine c’è da aspettare che Spinazzola ritrovi gamba e corsa a certi livelli. Nelle tre partite ad Albufeira, non è mai riuscito ad andare in ritmo, a saltare l’uomo, a dare senso a tutte le sue giocate. E anche nei rientri e negli aiuti difensivi il terzino azzurro non è sembrato sempre irreprensibile. Adesso si tratta soprattutto di ritrovare il gusto e il piacere di giocare come piace a lui.