Semprini, il romano che segna con l’Entella e sogna l’Olimpico

La Gazzetta dello Sport (F.Oddi) – Ci sono gol che si ricordano per una vita: quello che rimette in piedi una finale che al 6’ di recupero era Davide contro Golia 0­-1 rientra in pieno nella categoria. E se lo fai contro la tua squadra che non è mai stata tua, la soddisfazione si moltiplica. «Fino a due anni fa andavo in Curva Sud a fare il tifo per la Roma»: si presenta così Mauro Semprini, uno che da 2 anni Roma l’ha lasciata per giocare nell’Entella, centravanti della Primavera, non sempre ma quando serve. Un primo trasloco l’aveva fatto con la famiglia, ma si era spostato di poco. «Sono di Monteverde, ma poi per motivi di lavoro ci siamo trasferiti ad Anzio. E infatti sono andato a giocare all’Aprilia per 4 anni. Poi un anno alla Lupa Roma, e dal 2015 sono qui. E pensare che da bambino avevo giocato nella Lazio. Ma era una vita fa, credo non sia rimasto nessuno di quelli con cui giocavo. Anche se nella Primavera biancoceleste ora c’è il mio migliore amico, Cardoselli. Con la Roma mai niente. Però due anni fa, con gli Allievi della Lupa, ci giocai contro: 2­-1 con 2 gol miei…».

ALLA DELVECCHIO – Una settimana fa la Roma avrebbe dovuto mandargli i ringraziamenti: giallorossi sconfitti a Bologna, l’Atalanta sale a +3, ma sarebbe stato +5 se l’Entella non li avesse fermati sul 2­2 a Zingonia. Semprini la parte sua l’aveva fatta, subentrando in tempo per siglare la rete del momentaneo 2­-1. E pensare che il primo gol lo aveva firmato a dicembre, e fino ai primi di marzo era rimasto l’unico. «Ma ora, con quello alla Roma sono 4 gare di fila che segno. Non mi ero preoccupato per la panchina: ero certo che avrei lasciato il segno. Talmente certo che avevo promesso che avrei esultato in un certo modo, se avessi avuto ragione. E sono andato verso la panchina con le mani dietro le orecchie, esultando un po’ alla Delvecchio». Il suo tecnico, Castorina, aveva ammesso che l’Entella non era preparata a una stagione così bella. «Ci davano tutti per morti – dice Semprini –come se dovessimo giocare un campionato senza ambizioni. Lo scorso anno siamo arrivati alle Final Eight, uscendo proprio coi giallorossi: quest’anno ogni volta che vincevamo una partita si parlava di fortuna. No, solo duro lavoro». Lo stesso che attende la Roma, da qui al ritorno del 21 aprile all’Olimpico. Lo stadio dei sogni di Semprini.

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