La Gazzetta dello Sport (S. Vernazza) – La volata per il secondo posto mette in palio una specie di miniscudetto: la seconda piazza fa accedere alla Champions per via diretta, senza passare dall’incognita del playoff, passaggio obbligato per chi arriva terzo. Tra i due piazzamenti oggi in Serie A scorre un’enorme differenza economica. Chi arriverà secondo avrà la certezza di mettersi in tasca i 12 milioni del premio qualificazione riconosciuto dall’Uefa, più incassi e premi a punti del girone eliminatorio. Chi chiuderà terzo questi bonifici dovrà conquistarseli alla roulette del playoff d’agosto, trappolone in cui le squadre italiane più volte ci hanno lasciato le penne. Nelle ultime due stagioni le nostre terze sono state eliminate, la Lazio nell’estate scorsa contro il Bayer Leverkusen e il Napoli nell’estate 2014 contro l’Athletic Bilbao. Ultima terza a riuscire nell’impresa il Milan, nel 2013 contro il Psv. In questo calcio gonfiato dal denaro, il secondo posto vale oro, rende accettabile la mancata conquista dello scudetto. Il Napoli, oggi secondo, ma in sospetta recessione fisicoatletica, è tormentato dai dubbi e la Roma, due gradini più sotto, sente l’odore dei soldi.
CALENDARIO – È a favore del Napoli, di brutto. Sarri deve affrontare Atalanta e Frosinone al San Paolo e il Torino fuori. Spalletti ha davanti a sé Genoa e Milan in trasferta e il Chievo all’Olimpico. Non c’è pista. In teoria il Napoli dovrebbe fare filotto, nove punti e ciao, secondo posto garantito, mentre la Roma qualche colpo potrebbe perderlo, specie a Marassi col Gasp-Genoa, rogna per qualunque avversario, se in giornata. Nella pratica però non si sa mai, a questo punto della stagione basta niente per spostare gli equilibri e il Napoli deve conservare il vantaggio sulla Roma, non può permettersi un arrivo a pari punti, perché nel caso i giallorossi sarebbero secondi per miglior classifica negli scontri diretti, lo 0-0 al San Paolo nell’andata e l’1-0 di lunedì all’Olimpico.
PRO E CONTRO NAPOLI – Quella di Sarri, assieme al Borussia Dortmund, è l’unica squadra imbattuta in casa nei cinque maggiori campionati d’Europa (Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna). Nell’attuale Serie A al San Paolo sono sopravvissute soltanto Sampdoria, Roma e Milan (tre pareggi). Per il resto 14 vittorie su 17 gare interne, così i successi contro Atalanta e Frosinone, nei restanti due match interni, sembrano scontati. Più complicato il cammino del Napoli in trasferta: un’unica vittoria negli ultimi sei viaggi fuori Campania. Motivo per cui se la Roma ha una speranza di aggancio, ce l’ha in virtù di Torino-Napoli domenica 8 maggio.
PRO E CONTRO ROMA – Quella giallorossa è la squadra che ha segnato più gol sia nella prima mezz’ora di gioco (22) sia nell’ultima (31). La Roma parte bene e finisce meglio, segno di una condizione eccellente, a dispetto di quel che si mormorava sui blandi allenamenti dell’era Garcia. La Roma vanta il miglior attacco del campionato – 74 gol contro i 72 del Napoli e i 67 della Juve –, ma per paradosso soffre del problema degli ultimi sedici metri. Spalletti un Higuain non ce l’ha, Dzeko è fermo a quota otto reti. La Roma la prende larga e non per caso è la squadra che conta il maggior numero di gol da fuori area (17). Nulla di grave, niente che abbia impedito ai giallorossi di diventare l’attacco più prolifico, però nell’ultimo miglio di torneo disporre di un semplificatore centrale come il Pipita può costituire vantaggio.
PERCENTUALI – Per il secondo posto, diciamo 70 per cento Napoli e 30 per cento Roma. È anche questione di motivazioni: per il Napoli il terzo posto sarebbe una mazzata, e i «sarriani» faranno di tutto per evitarla.