Corriere Dello Sport (R.Maida) – Vale un terno secco. Onore, prestigio, denaro. Il senso di un secondo posto non si legge su una bacheca o su un almanacco ma si evince dalle conseguenze globali che il risultato provoca. Se finisce bene, c’è un mondo. In caso contrario, c’è un mondo di sotto che assomiglia a una retrocessione. La Roma deve prepararsi a uno sprint durissimo con il Napoli, come lo scorso anno di questi tempi dove però arrivava da dietro e non riuscì ad effettuare il sorpasso. Stavolta parte con due punti di vantaggio, dopo essere stata fortemente delusa dalle coppe, e ha un calendario più complesso rispetto a quello dei rivali. Eppure per non buttare un altro anno nel cestino delle epoche insignificanti, e per promuovere se stesso in vista del probabile addio, Spalletti sa che non ci sono alternative: deve spingere al massimo per lasciare la squadra dove l’aveva trovata, cioè in Champions League. Si parte domani da Pescara, con il rischio di ritrovarsi terzi per una notte; nella terra di Zeman che da un mare all’altro ha soffiato un vento critico nei confronti della sua vecchia proprietà, costretta a vendere per necessità e non per rinforzarsi. A prescindere dagli allenatori. E a proposito: aspettando gli annunci, sono stati i tifosi a chiedere chiarezza esponendo ieri pomeriggio uno striscione eloquente. «Spalletti resti o te ne vai?».
STATUS – Psicologicamente e atleticamente, la Roma sembra in affanno. Le delusioni arrivate da Lazio e Lione, che l’hanno cancellata dalla skyline delle coppe, sono state assorbite male dai tifosi e di conseguenza dalla squadra, che nella settimana lunga dovuta alla Pasqua e al posticipo di domani ha potuto riposare più degli altri. Ma recuperando Rüdiger ed Emerson, che ieri si sono allenati in gruppo, almeno aumentano le soluzioni difensive per una rosa che ha sofferto molto l’impegno su tre fronti.
SNODO – Ma non è questo il weekend che orienterà in maniera decisiva la volata per la Champions. Piuttosto sarà intrigante quello di fine mese, con la Roma attesa dal quarto derby della stagione e il Napoli che va a giocare a San Siro contro l’Inter. La classifica, in un senso o nell’altro, potrebbe uscirne sconvolta. E a Trigoria si augurano in senso positivo, in previsione delle due settimane successive in cui il calendario sorride al Napoli (Cagliari in casa, Torino fuori) mentre la Roma avrà la doppia asperità, Milan a San Siro più Juventus all’Olimpico.
IL GOL – Alla fine, nel testa a testa, rischia di diventare determinante lo scontro diretto, che la Roma ha portato a favore con il gol segnato a pochi minuti dalla fine della partita di ritorno con Strootman: grazie a una sconfitta addolcita, 2-1 e non 2-0 dopo aver vinto 3-1 l’andata, Spalletti sa che in caso di arrivo a pari punti potrà festeggiare il «minitrofeo» di cui ha parlato con un pizzico di amarezza Szczesny la scorsa settimana.
FUTURO – In gioco, oltre all’ingresso nell’Europa di Serie A che porta soldi a vagonate, c’è anche la programmazione tecnica della prossima stagione. Acquisti, cessioni, è tutto appeso al secondo posto. Più per la Roma che per il Napoli, che non ha il bilancio sotto sorveglianza speciale da parte dell’Uefa. E’ evidente che, in caso di malaugurato terzo posto, con un preliminare agostano che rappresenta una fastidiosa incognita, per Pallotta sarà difficile evitare di intaccare il patrimonio tecnico dell’organico. Perdere un giocatore importante (Manolas?) non sarebbe sufficiente per riequilibrare i conti. Situazione che andrebbe spiegata anche all’allenatore che verrà.