Se a De Rossi vengono i 15 minuti

Corriere dello Sport (R. Maida) – Arrabbiato con la squadra e anche con se stesso, Daniele De Rossi ha svestito i panni del capitano-amico e ha indossato per sempre quelli dell’allenatore in un complicato pomeriggio ciociaro. Serve anche l’autorità per acquisire l’autorevolezza. “Ci ha dato la scossa” ha aminesso con candore Baldanzi. Eufemismo: durante l’intervallo le sue urla nello spogliatoio sono arrivate fin dentro al campo. Ma che De Rossi non fosse contento si era intuito dopo il gol di Huijsen, che aveva portato in vantaggio la Roma dopo una mezz’ora di dominio del Frosinone: la bottiglietta lanciata a terra mentre trasmetteva alcune indicazioni a Mancini era sintomatico di qualcosa che stava per succedere.

Nelle interviste del post, il capo si è preso tutte le responsabilità di una formazione sbagliata: non erano i sette cambi ad aver creato un disagio, di cui Di Francesco ha approfittato, ma il 4-2-3-1 con un trequartista. La Roma del primo tempo non aveva stabilità. De Rossi ha abbandonato l’idea di cominciare con Aouar al posto di Pellegrini, con il solito 4-3-3 ibridoper valorizzare lo stato di forma di Amoun, che in effetti nel secondo tempo ha segnato giocando nel ruolo più familiare. Non a caso De Rossi l’ha riproposta nella ripresa, con Pellegrini al posto di Lukaku, e ha preso facilmente il controllo della situazione.

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