La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Lo confessiamo: non abbiamo i 24 anni di Lorenzo Pellegrini né il suo talento. Non coltiviamo il suo desiderio di apparire sui social o quel senso d’invulnerabilità che fama e ricchezza paiono regalare. Noi siamo qui, a battere sui tasti, comprendendo come dare dei «falliti» a dei tifosi della propria squadra sia un errore filosofico prima ancora che strategico. Ma nello stesso tempo almeno per ora nessuno ci augura di fare «la fine di Zanardi», che «possano morire mogli e figli» o altre bassezze del genere. Pellegrini, forse, può partire da alcune certezze. Quelle che gli fornisce l’a.d. Fienga. «Come società siamo vicini a Lorenzo, non solo come calciatore ma anche come uomo. Non è da tutti commettere uno sbaglio e ammetterlo subito. Pellegrini lo ha fatto. Lorenzo è un patrimonio della Roma e un pilastro del nostro futuro». Proprio per questo, con l’arrivo del General manager Tiago Pinto, il rinnovo di contratto (con la cancellazione della clausola da 30 milioni) sarà all’ordine del giorno.