Corriere dello Sport (R.Maida) – La storia dice che Schick sta al Torino come la pizza a Napoli o la pioggia a Manchester. Sembrano un binomio o un’associazione d’idee indistruttibili. Ma non è per questo che Schick gioca stasera contro il Torino, come ieri ha annunciato Di Francesco. Schick gioca perché manca il centravanti titolare, Dzeko, che è squalificato, e perché la Roma tutta si aspetta da lui una detonazione improvvisa, tipo Ünder a Verona a inizio febbraio. Il tempo è un vantaggio di cui non abusare.
PRECEDENTI – Schick e il Torino, dicevamo. E’ l’avversaria a cui ha segnato l’unico gol con la Roma, a dicembre nell’infruttuosa partita di Coppa Italia, e a cui ha fatto male pure l’anno scorso con la maglia della Sampdoria, nell’altro Olimpico. Forse è questa l’occasione di chiudere il conto con la sfortuna, che gli ha negato già tre mesi di stagione spalmati su tre infortuni allo stesso muscolo, e magari di aprirne uno a tempo determinato con i nuovi tifosi, che già a fine agosto lo avevano accolto come un fuoriclasse all’aeroporto di Fiumicino.
SCETTICISMO – Fin qui Schick ha giocato soltanto 4 volte dall’inizio in campionato. E non ha neppure debuttato in Champions League, per una ragione o per un’altra. Non è stato bene per buona parte del tempo, ma nel periodo rimanente non ha mai convinto pienamente l’allenatore. Questione di testa, ripete Di Francesco, concetto generale che nel caso specifico è ancora più significativo, vista la giovane età del soggetto. A 22 anni appena compiuti Schick rappresenta il futuro della Roma, come dimostra la portata dell’investimento, ma per adesso non ne è diventato il presente.
CRESCITA – Nell’ultimo periodo però ha dato segnali di partecipazione e coinvolgimento diversi. Si allena con più convinzione e autostima, si impegna per integrarsi negli schemi senza sacrificare il talento, apprezza gli stimoli che gli arrivano dallo staff tecnico. In più ha trovato proprio nel principale concorrente, Edin Dzeko, il consulente migliore da ascoltare: Dzeko parla ceco, grazie ai lontani trascorsi nel Teplice, e si sta comportando da fratello maggiore intuendo che nel medio periodo potrebbe lasciargli la responsabilità di guidare l’attacco della Roma.
UNICO – Da esterno del 4-3-3 invece non lo vedremo quasi più, se non nelle situazioni di emergenza. Gli esperimenti effettuati contro il Cagliari e il Sassuolo, ma anche nelle lunghe partitelle a Trigoria, hanno chiarito che in questa Roma non può che essere utilizzato da punta centrale. Come vice Dzeko o come partner di Dzeko nel 4-2-4 a cui talvolta Di Francesco ricorre per aumentare il peso dell’attacco. Sulla fascia destra invece si alterneranno Ünder, punto fermo della formazione ormai da quasi due mesi, e Defrel, che negli ultimi giorni ha avuto un altro problema muscolare ed è stato escluso dalla lista dei convocati. In questo momento Schick ha campo libero come uomo-gol della Roma. Ma per meritarsi anche lo Shakhtar, e la sua prima volta in Champions, deve prima confermarsi un matador allungando la serie positiva contro il Toro.