Il Messaggero (S. Carina) – Se doveva lasciare, lo ha fatto con i fuochi d’artificio. Da tempo non si ricordava un mercato della Roma così scoppiettante a gennaio. E soprattutto con tre operazioni (due in uscita e una in entrata, più una quarta con Darboe alla Sampdoria) last-minute. Invece Pinto ha stupito tutti. Un colpo di coda che vede in 24 ore le partenze di Belotti (in prestito alla Fiorentina per 750mila euro che garantirà 1,2 milioni d’ingaggio al centravanti) e Kumbulla (con la stessa formula del Gallo al Sassuolo) più l’arrivo di Baldanzi dall’Empoli.
Quest’ultima, un’operazione stile Friedkin: all’improvviso un club che aveva ad inizio mercato come disponibilità massima1 milione per prendere un difensore in prestito secco dalla Juventus, è passato ad investirne 15 (10 più bonus, garantendo il 10% della rivendita al club toscano) per un classe 2003.
Non quindi prestiti, giovani dato in pegno o altro: soldi, cash, in contanti, anche per dribblare la concorrenza della Fiorentina che ha provato un ultimo rilancio. Un arrivo taglia definitivamente il cordone ombelicale con il passato, quindi con Mourinho e soprattuto con mercati caratterizzati da calciatori di nome e dagli ingaggi roboanti (i 10 milioni versati subito all’Empoli si spiegano anche con il fatto che l’impatto dall’ammortamento è meno forte rispetto a quello di altre operazioni passate).