La Gazzetta dello Sport (V.Piccioni) – Un Europeo itinerante, contingentato, ma mai così agognato. Italia-Turchia è stata un’attesa lunga un anno, con il tragico periodo avvelenato dal Covid, per questo anche il calcio deve sentire addosso la responsabilità di un momento simbolico di ripartenza nazionale. La capienza è stata fissata a 15.948, il 25% dell’impianto, con 3.000 addetti ai lavori. Si calcola che in mille, tra quello che hanno acquistato il biglietto in Turchia, siano già a Roma, nonostante l’attuale normativa italiana inserisce la Turchia fra le provenienze che rendono necessario il periodo di isolamento di 14 giorni.
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Le telecamere, oltre al monitoraggio canonico relativo alla sicurezza, dovranno verificare anche il rispetto delle distanze tra uno spettatore e l’altro. Anche sottraendo le prevedibili rinunce da parte della Turchia, almeno la metà degli spalti sarà occupata da stranieri. Oggi si completerà l’allestimento dei 48 varchi che consentiranno l’ingresso allo stadio, una sorta di momento di prefiltraggio, in cui lo spettatore passerà per le telecamere termoscanner per controllare la temperatura. Ridotto, o quasi azzerato, il rischio ingorghi. Sul biglietto ci sarà una fascia oraria da rispettare per entrare, dalle 18 alle 20.30 ogni mezz’ora.