Fifa, scandalo spacca il mondo del calcio. L’Asia contro l’Uefa: “No al rinvio delle elezioni”

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La Repubblica – L’Uefa ha già chiesto il rinvio delle elezioni in programma domani, ma il mondo del calcio si è spaccato sulle conseguenze dello scandalo che ha travolto parte dei vertici della Fifa e svelato un sistema ventennale di corruzione. Parte delle federazioni nazionali ritengono che Sepp Blatter, a prescendere dalla sua posizione nell’inchiesta Usa, se ne debba andare perché si possa fare pulizia e rinnovamento. Ma a difendere il presidente c’è il fronte, fino a ieri unito, che ne ha assicurato la permanenza al potere per decenni.

Sul primo fronte si è fatto sentire anche il presidente della federazione inglese, Greg Dyke: “Blatter ha detto che è ora di iniziare a ricostruire la fiducia nella fifa ma come si fa mentre Blatter è ancora lì – ha detto Dyke – . Blatter deve andare via. Deve rassegnare le dimissioni. Oppure va votata la sua uscita. Oppure una terza via. Il danno arrecato alla fifa è così grande che non può essere ricostruita con Blatter ancora al suo posto”.

La Confederazione asiatica, invece, ha confermato il suo appoggio a Blatter per un altro mandato e si è detta contraria a qualsiasi mossa che serva a ritardare le elezioni in programma domani. Su suo sito web, l’Afc ha espresso le sue “delusione e tristezza” per gli “eventi” di ieri, ma ha anche detto che “ribadisce la decisione presa al congresso Afc di San Paolo nel 2014 per sostenere il presidente della Fifa Joseph S. Blatter”.

In ritardo l’Italia. Il presidente della Federazione, Carlo Tavecchio, non ha commentato gli eventi di ieri, limitandosi a dire che oggi farà conoscere la propria decisione in merito al voto di domani che, a dispetto del clamore provocato dall’inchiesta Fbi, dovrebbe eleggere i nuovi vertici della Fifa.

Ad aggiungere pressioni alla Fifa perché faccia pulizia in fretta ci sono anche i maggiori sponsor dei prossimi mondiali, come Coca Cola e Visa, che minacciano di rescindere i contratti in assenza di riforme e risposte allo scandalo corruzione.

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