Sbarca Messi e la Roma fa il record

Corriere dello Sport (E.Intorcia) – Una passeggiata sul terreno dell’Olimpico, inzuppato dal primo diluvio di un aprile che tradisce. E uno sguardo al cielo di Roma. Grigio, talmente grigio che non sembra neanche lo stesso di nove anni fa. Eppure questo stesso cielo, questo stadio, questa città, tutto insomma evoca in lui ricordi dolcissimi. Era fine maggio e in questo stadio, 3.240 giorni fa, Leo Messi divenne ufficialmente leggenda: la prima Champions vinta da protagonista, il primo gol in finale, quello del 2-0 sullo United, nove centri complessivi e il titolo di capocannoniere della manifestazione, e il triplete che segna il punto più alto dell’era Guardiola. Quella sera l’Olimpico era diviso a metà, spagnoli da una parte, inglesi dall’altra. Questa volta le proporzioni saranno differenti ma poco importa, perché gli occhi di uno stadio sold out, in una notte da record d’incasso, saranno tutti per la Pulce. Oltre il risultato, oltre la qualificazione, oltre le ragioni del cuore e del tifo: pronti a farsi rapire da un marziano che sbarca all’Olimpico per la terza volta – la quarta, se contiamo pure la Partita della Pace voluta dal Papa due anni fa – e che è pronto ad abbagliarci con lo splendore accecante di un calcio, il suo calcio, dipinto in questi anni in giro per l’Europa e il mondo ridefinendo l’estetica del gioco più amato del pianeta. Se si ama il pallone, e certamente lo amiamo, non si può non adorare il dio Messi. Anche se sta dall’altra parte, anche se fa male: può colpire al cuore quando vuole, lo sappiamo benissimo, ma certamente riempie gli occhi di pura magia ogni volta che accarezza il pallone.

IL MOMENTO – Le aspettative sono alte, e non solo da parte dei tifosi blaugrana. A questo quarto di ritorno Leo arriva in un momento particolare della stagione e della carriera. Negli ultimi tempi ha dovuto gestirsi e pure l’Argentina ha compreso, evitandogli l’amichevole di Manchester contro la nostra Nazionale. Eppure i suoi numeri restano mostruosi, a dispetto di tutto, acciacchi e stanchezza: 29 reti in Liga (l’anno scorso chiuse a 37), 6 in Champions (l’anno scorso chiuse a quota 11, uscendo però presto dalla competizione), più spiccioli che portano il totale stagionale a quota 39 in 46 partite. Grazie al bottino in Liga è saldamente al comando della classifica della Scarpa d’Oro, vinta l’anno scorso con 37 reti in campionato. E’ a pari punti con Salah, il bomber che non t’aspetti, uno che potrebbe incrociare presto la sua strada proprio in Champions, visto all’andata il suo Liverpool ha infierito sul City di Pep, il grande maestro di Messi. Se qualcuno sognava di vederli contro, Leo e Guardiola, in finale probabilmente rimarrà deluso: Messi, per conto suo, bada che la cosa non dipenda né da lui né dal Barcellona. Poi, chissà…

BLINDATISSIMOLeo è arrivato a 100 gol in Champions League, resta in scia all’eterno rivale CR7. Questa sera all’Olimpico, oltre a cercare il primo gol in casa della Roma, avrà la certezza di centrare un altro traguardo: le 100 partite in Champions giocate insieme all’amico Iniesta, una ricorrenza singolare che il Barcellona ha ricordato ieri mattina prima di partire per l’Italia. Nella Capitale il ritiro blaugrana è stato blindatissimo: molti tifosi e curiosi si sono avvicinati all’hotel dove però alla squadra catalana è stata garantita la massima privacy. Questa mattina Leo farà colazione al Cavalieri Hilton, dalla sua stanza c’è una vista mozzafiato su tutta Roma. E laggiù, più nascosto, gli sembrerà idealmente di scorgere l’Olimpico. Sogna un’altra notte dolce come quella di nove anni fa, sogna di lasciare il segno. Sa che gli occhi sono tutti puntati sui suoi piedi fatati. E no, non vuole che gli applausi in Italia se li prenda solo quell’altro lì, quel Cristiano Ronaldo…

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti