Maurizio Sarri, allenatore della Lazio, è stato intervistato durante il post partita di Roma-Lazio 0-1. Queste le sue parole:
SARRI A DAZN
Sulla vittoria…
Oggi l’aspetto più importante è aver vinto e fatto contento il nostro popolo. L’obiettivo era questo.
Sul gol e la pressione di Pedro…
L’avevamo preparata con le uscite a tenere dentro i difensori laterali e cercare di farli giocare per vie esterne. Dal punto di vista tecnico, la partita non è stata di altissimo livello. Alla fine è stata bella da vedere. La prestazione dei due centrali nostri è stata di livello.
Sulla squadra…
Vedere giocare i ragazzi con il cuore come hanno fatto oggi è ancora più soddisfacente della tattica.
Terzo derby: lo vive diversamente?
Questo è uno dei derby più sentiti del mondo. A Londra ne ho giocati tanti, ma non c’è certo la partecipazione emotiva che c’è per questo derby. Non è una partita normale. Da giorni non lo era: la testa era qui, per questo abbiamo sbagliato qualche partita.
Su Luis Alberto…
Aveva sentito un movimento strano del ginocchio, poi si è rialzato ma il cambio era partito. I medici erano lontani, c’era il rischio di rimanere 4-5 minuti in 10 e non potevamo permettercelo.
Su Felipe Anderson…
Gli ho detto: “Se il nostro popolo vuole una partita vibrante, bisogna fare una partita vibrante”. Questa non è una partita normale, contava vincere.
SARRI A SKY SPORT
Quanto è felice?
Le problematiche che dite tutti, non le ho viste. Abbiamo perso con la Salernitana e può capitare. Contro il Feyenoord abbiamo perso giocando bene, hanno vinto su una nostra disattenzione.
L’avete preparata così?
In difesa sì. Poi è venuto fuori l’animo del Derby. Siamo stati bravi sulla fisicità, senza perdere solidità difensiva. Abbiamo perso qualità nel finale, ma non l’ordine.
Tanti cambi di mentalità…
Può essere positivo, vediamo. Qui il Derby è sentitissimo, avevo chiesto di giocare per il popolo laziale. Sono stanchissimo, i 10 minuti di recupero mi hanno devastato.
SARRI IN CONFERENZA STAMPA
Dopo la partita Mourinho ha detto che l’assenza di Dybala pesava più quella di Milinkovic e Immobile, ma il laziale ha segnato di più. È d’accordo?
Ho avuto la fortuna di allenarli entrambi, sono giocatori speciali. Paolino ha caratteristiche diverse rispetto a Ciro, ma è un giocatore pesante, con me ha fatto una stagione di livello molto molto elevato, ma dire che valga più l’assenza dell’uno o dell’altro è sempre difficile. Se la Roma gioca come nel primo tempo, Dybala può fare bene, se gioca come nel secondo, con ricerca di palle alte, Dybala sparisce dalla partita. Parliamo di due fuoriclasse.
Qual è l’aspetto che la rende più orgoglioso?
È stata una partita sporca, ci mettevano palloni dentro l’area azione dopo azione e poteva diventare una situazione pericolosa. Nello sporco di questo finale siamo rimasti composti, non ci siamo disuniti e questo è un aspetto importante. Ci è costato molto anche in fase offensiva.
Felipe Anderson le fa dormire sonni tranquilli da centravanti?
Nel finale sporco avere Ciro a tirare sportellate è importante, Felipe fa bene l’attaccante centrale in base alle sue caratteristiche, è un giocatore fastidioso, in più quest’anno ci sta mettendo qualche gol. Se rientra Ciro siamo più contenti.
Com’è stato affrontare questi due giorni dopo l’eliminazione dall’Europa League?
Ho tirato su subito il gruppo, ho detto loro di non ascoltare nessuno perché il commento sarebbe stato solo sul risultato e non sulla partita. Se vuoi vincere le partite devi essere cattivo, cinque uno contro uno col portiere senza segnare non si possono fare, la partita va analizzata per la prestazione, non per il risultato. Il Feyenoord in casa dà 3-4 gol a tutti, con noi ha avuto solo una palla gol. Il morale non era segnato, c’era un velo di incazzatura perché andare fuori non fa piacere a nessuno.
Cataldi e Romagnoli?
Due partite di livello, per loro non è facile perché la gestione mentale è complicata, siamo stati doppiamente bravi.
Una parola sul pubblico della Lazio?
Ai ragazzi stamani ho detto che non ci giocavamo i punti, ma che si giocava per il popolo laziale, che da noi pretendeva anima, cuore, generosità e personalità e sarebbe stata contenta se l’avessero visti. La vittoria è dedicata a loro.
I suoi difensori erano sicuri nell’anticipo perché avevano i centrocampisti vicino. Questa partita difensiva è un’esperienza che mancava?
Non è una scelta, nel finale hanno cominciato a metterci palla lunga su con quattro riferimenti fisici, non potevamo difendere coi quattro centrocampisti lontani, sarebbe stata follia. I ragazzi sono stati bravi a lavorare nello sporco rimanendo ordinati, ed è un bel segnale.
Questa può essere una gara della svolta dal punto di vista del carattere?
Sono partite di forti motivazioni, la gara della svolta sarebbe essere quelli di stasera col Monza. Quindici giorni fa dissi che le partite difficili sarebbero state Salernitana e Monza, in un momento in cui hai speso tante energie ti ritrovi a giocare con squadre meno blasonate e può portare a un errore mentale. Aspettiamo.
Luis Alberto?
Ha avuto una sensazione brutta, temevo qualcosa al ginocchio. Quando si è rialzato non voleva più neanche uscire, in quel momento della partita ha fatto segno col ginocchio, non è un momento di partita in cui si poteva rimanere 3-4 minuti in 10 attendendo la decisione dei medici e ho preferito fare il cambio subito. Un infortunio di leggera entità.
Pedro?
Si stava indurendo il polpaccio, l’anno scorso ha avuto qualche problemino e ha chiesto il cambio.