«Oggi le condizioni non ci sono, ma penso un giorno, prima o poi, io andrò ad allenare la Roma». È il colpo di grazia, senza se e senza ma, per la proprietà Usa e per il presidente giallorosso James Pallotta. Perfido scherzo del destino: lo certifica proprio Antonio Conte. La curiosità è da accantonare alla svelta: adesso non interessa a nessuno dove allenerà Conte che aspetta la Juve ed è d’accordo con l’Inter. Meglio bianconero che nerazzurro, sussurrano a Trigoria per non subire l’affronto peggiore: Zhang più credibile e soprattutto più potente economicamente di Pallotta. Che, messo ko dall’ex ct azzurro, deve rialzarsi e anche in fretta dal tappeto, scegliendo la migliore exit strategy per riabilitarsi agli occhi dei tifosi. Ripartendo proprio dal podio che ha accolto, fin dall’esonero di Di Francesco, sul secondo gradino Sarri e sul terzo Gasperini. Il piano C, nel caso fallisse il B, esiste: non Ranieri, ma Giampaolo. Che non convince Petrachi. Baldini, però, sì. Il suggeritore del presidente, per la verità, ha sempre votato per Sarri: avrebbe preferito lui anche a Conte. Ora tornerà alla carica con l’allenatore del Chelsea, suo grande amico. La stima è reciproca, ma Baldini non sa se può bastare. Sarri, già sicuro di giocare la prossima Champions, domani può conquistare anche l’accesso alla finale di Europa League. Sull’allenatore dei Blues c’è l’ok di Petrachi che è favorevole pure all’eventuale ingaggio di Gasperini. La Roma, essendo l’Atalanta ancora la principale rivale nella corsa al 4° posto, non intende muoversi subito. Aspetterà almeno il prossimo turno di campionato e la finale di Coppa Italia. Lo scrive Il Messaggero.