Dejan Stankovic ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Il tecnico della Sampdoria, prossimo avversario della Roma in campionato, ha parlato del suo vecchio allenatore Mourinho. Queste le sue parole:
Curioso che chi ti chiami fratellino, Mourinho, abbia sedici anni più di te. Qualcosa non torna
“Mourinho lo stimo tantissimo. Arrivò all’Inter che avevo già trent’anni e pensavo di aver dato tutto, anche nel privato. José riuscì a migliorarmi di quel 20, 30 per cento che non sapevo di possedere. Non ci siamo più persi di vista, lo sento ancora oggi, gli chiedo consigli, ci scambiamo pareri, è un uomo e un allenatore di un’intelligenza e capacità non comuni. Lui allena tutti. Giocatori, dirigenti, staff, media, tifosi. Li allena, non li manipola. È empatico, coinvolgente. Proprio come Sinisa, divide. Zero compromessi: o gli stai alla larga oppure lo stimi profondamente. Penso che qualcuno non abbia ancora percepito la grandezza di José. O non la voglia accettare… Tornando a Sinisa, ricordo quando arrivò all’Inter. Dicevano che l’avessero preso soltanto perché era l’amico di Mancini. Gli bastarono poche partite per cambiare la gente. Ogni volta che andava a calciare dall’angolo il pubblico di quel settore si alzava in piedi e se lui stava per battere una punizione San Siro gridava il suo nome”.
Mou lo trovi superato?
“Superato? Ha vinto tanto e continua a voler vincere, la sua squadra ha momenti in cui gioca bene e altri meno bene, ma alla fine arriva il risultato. Il calcio è molto cambiato. C’era un calcio nel 2008-2010 e ce n’è uno differente nel 20203-2023. José sa adattarsi perfettamente ai cambiamenti. Per prima cosa, si rende conto di quello che ha disposizione, della qualità e delle caratteristiche dei giocatori che allena. Poi cerca di metterli nella condizione di esprimersi al massimo e anche qualcosa in più”.