Sale la febbre per i biglietti e vanno a ruba le maglie dell’impresa

La Repubblica (F.Ferrazza – L.Monaco) – «Ho preso un sacco di schiaffi, ma ho sempre saputo reagire. Adesso continuiamo a sognare». Sogna un’altra impresa Di Francesco, che di critiche ne ha assorbite tante, lui che guida una Roma dalla faccia bella in Europa, e a singhiozzo in campionato, capace di collezionare il record negativo di sconfitte casalinghe (6). Il tecnico giallorosso, nel dayafter del trionfo contro il Barcellona, si è tuffato in un abbraccio con la sua gente. Ieri mattina una cinquantina di tifosi si sono radunati fuori dai cancelli di Trigoria. Conquistati i quarti di finale Champions, occorrerebbe pensare al derby di domenica. Eppure l’impresa realizzata due giorni fa solletica le ambizioni da grande e i sorteggi di domani per la semifinale sono più gustosi della stracittadina. «Perché è per momenti come questo – cinguetta Tottiche è bellissimo vivere per questi colori» . Allora sale la febbre da Coppa dei Campioni.

Ieri i sostenitori giallorossi hanno preso d’assalto i Roma store, facendo registrare un afflusso superiore del 35% rispetto all’ordinario. È scattata così la caccia alle maglie dell’undici che ha realizzato l’impresa, riscattando anche i romani di Barcellona. «Quando era stata sorteggiata la Roma – ricorda Gerardo De Nicola, il presidente del “Roma club Barcellona – unico grande amor” – il quotidiano Sport aveva titolato irridendoci: “Un bombon”, un cioccolatino» . Come se l’eliminazione dei giallorossi fosse cosa scritta ancora prima di giocare la partita. «Ieri siamo andati in redazione a consegnare al direttore una scatola di cioccolatini – aggiunge – non l’hanno presa bene». Di contro al Roma club Testaccio hanno già incorniciato le prime pagine dei quotidiani spagnoli: «Sono un cimelio» , esclama Maurizio Rosi. Mentre la sede dell’Unione tifosi romanisti (Utr) «è stata subissata da centinaia di chiamate – avverte il presidente, Fabrizio Grassetti – i tifosi chiedevano di poter prenotare la prossima trasferta, anche se non si conosce l’avversario» . Perché adesso Roma «continua a sognare».

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