Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma, è stato intervistato durante la trasmissione “La Signora in Giallorosso“. Queste le sue parole:
Cosa ha provato ieri all’addio di Totti?
E’ stata per la verità un’emozione inaspettata perché ero preparato all’evento da tempo. Era emozionato anche mio figlio che era allo stadio con la sua maglia a celebrare lui come tutti i tifosi della Roma, questo avvenimento epocale. Questa cosa che ha costituito un dolore per tutti i romanisti, romani e non solo perché io ho verificato, stando in giro questi giorni e oggi in particolare, molte persone si sono commosse si fronte a questo addio al calcio giocato. E’ stata veramente un’emozione forte associata anche ad una sorta di dolore tecnico perché Totti si porta via le sue giocate che non sono replicabili. Tanti campioni hanno smesso ma Totti si porta via dai campi di gioco, le giocate che non saranno mai replicate da nessuno. E’ stata una cosa forte, emozionante.
Che cosa farà Totti?
Se fossi in lui oggi mi prenderei minimo 2-3 mesi da spendere con la famiglia per fare anche i conti con se stesso, per capire la sua indole e dove lo porterà. E’ chiaro che Totti vivrà di calcio e nel calcio sempre perché le cose belle nella sua anima non potranno mai abbandonare questa sfera. Credo che possa diventare, nel tempo e con attenzione, un grande talent scout perché ha una sensibilità straordinaria. Penso che capisca le qualità di un giocatore soltanto nel veder muovere la palla, quindi sono certo che possa diventare un grandissimo talent scout. Poi questo dopo non basterà, dovrà studiare ma qualsiasi cosa farà Francesco Totti nel calcio riuscirà a farla da top, perché è nel suo destino.
L’approdo a Milano è un’avventura, un’opportunità di lavoro o una scelta?
Intanto ho smesso di essere il direttore sportivo della Roma, non fisicamente e giuridicamente, ma ho smesso con la mia anima e con la mia mente ieri sera alle 20.30, alla fine della partita quando l’arbitro ha fischiato. Soffrendo fino all’ultimo secondo e me lo sarei evitato. Ho smesso di esserlo perché era la mia squadra e qualsiasi risultato avesse portato sarebbe in porto sarebbe stato un mio risultato. Ieri sera ho cessato interiormente la mia attività per la Roma che è stata la mia vita, adesso è una cosa professionale, bello, importante e prestigioso, sono pronto a ripartire anche con la tranquillità di aver lasciato una squadra che farà la Champions l’anno prossimo, un grande patrimonio calciatori, qualsiasi cosa possa essere detta a Roma non mi interessa perché queste sono considerazioni non attaccabili. Sono fatti di numeri quindi patrimonio giocatori e Champions da giocare credo di poter star tranquillo e di ripensare alla mia esperienza, se non con esaltazione, ma con una certa tranquillità. La mia esperienza romana.
Spalletti, Massara e Rudiger. Quanti ce ne lascia?
Spalletti è un allenatore sul mercato perché non penso che accetterà di rinnovare con la Roma, considerazione che lui ha già fatto e spiegato nel tempo. E’ un candidato tra gli altri per la panchina dell’Inter. Massara aveva anche un problema contrattuale, non ha ancora rinnovato e potrebbe esserci da parte mia un interesse, perché è un dirigente di grandissima capacità, di grandissima qualità, ci sto pensando. Rudiger giocatore magnifico, qualcuno gli ha riso dietro all’inizio, in buona compagnia perché in molti hanno riso di questo ragazzo, e sappiamo che è diventato un giocatore molto importante ma non saprei dire, l’Inter ha tutto un mercato da fare, lo deve concordare col nuovo allenatore che verrà, ma potrebbe essere anche lui un candidato.
Quanto stava alla Roma non comprava quelli che aveva preso…
Assolutamente. Ho detto l’esatto contrario. Comprare un giocatore due volte ed essere processato due volte non vale. Giuridicamente non si può essere processati due volte e ogni volta che ho preso un giocatore sono stato processato. Non voglio incappare in questa possibilità.
Vorrei ringraziarti, in tre, con Baldissoni e Spalletti, vi siete divisi il merito del grande successo di ieri. Ti voglio bene ma non andare a vincere a Milano lo Scudetto che a Roma non abbiamo vinto…
Vedremo, tutto può succedere nel calcio ma la Roma uno Scudetto l’ha vinto. Ha vinto lo Scudetto della serietà, della continuità, della competitività, perché una squadra vince il suo Scudetto quando per anni è competitiva tenendo i conti a posto il più possibile creando anche valore. Quindi da quel punto di vista non c’è stato il trofeo ma un’affermazione di un club, nessuno la può negare e chi lo fa se ne assume la responsabilità che verrà abbattuta dalle statistiche. La Roma ha fatto un nuovo record anche quest’anno di punti e mi dispiace che sono successe cose che mi hanno molto colpito. La ricaduto dell’infortunio di Florenzi che sarebbe stato un valore aggiunto nel momento topico del campionato, è stata rimarcata poco questa cosa ma averci avuto a disposizione Florenzi, in forma, nel mese di aprile avrebbe dato alla Roma tante chances in più. Ieri c’è stato questo episodio che ha riguardato Emerson, una sciagura grande per la roma, un ragazzo in grandissima ascesa, poderosa ascesa, già nell’orbita della Nazionale. Ci sono state tante cose che hanno un po’ minato il percorso di questa squadra, però credo che la Roma il suo Scudetto lo stia vincendo e spero che continui così.
Palo di Lazovic, Sabatini pensa?
In quel momento sono rimasto totalmente immobile, anche nei ragionamenti ma ho creduto fortemente che non potesse succede e infatti non è successo. Mi sono sempre illuso di spostare le traiettorie col pensiero e quando ho visto partire quella palla ho detto che sia palo.
Avrebbe scelto Di Francesco per il dopo Spalletti? Che scelta è?
Non sono il direttore, lo ero virtualmente, non lo sono quindi non entro in questa scelta che sarà fatta, se sia ufficiale. Non voglio dire niente, posso solamente dire che Eusebio è un ragazzo che ha lavorato benissimo negli ultimi anni e qualora la Roma facesse questa scelta sarebbe condivisibile. E’ un portatore di bel gioco, il pubblico della Roma merita il bel gioco, un attacco prolifico. Credo che possa essere una scelta corretta, un allenatore giusto ma più di questo non voglio andare.
Il direttore ha comprato Piris, Kjaer, Josè Angel, ma si fa la solita cosa ruffiana…
Non mi dimentico mai degli acquisti che no fatto, ne quelli buoni, ne di quelli meno riusciti, mi assumo la paternità di tutte le operazioni compresa quella del poro Piris, del poro Iturbe, ma io so che nel computo generale, del lavoro di questi 6 anni, quando girano centinaia di giocatori, qualche operazione sfortunata ci può stare ma quello che conta è il saldo finale. Credo che sul saldo finale nessuno possa obiettare anche se nel calcio si può sempre obiettare ed è la fortuna di questo gioco, però non oltremisura.
Questa città non ha riconosciuto i meriti che lei ha avuto…
Non ti preoccupare, non ti giustificare.
Ha un debole per De Rossi e Nainggolan. Al gol di De Rossi che hai fatto?
Il gol di De Rossi, che è seguito da una giocata, anzi due giocate straordinaria con palla profonda per Dzeko, e Dzeko che la stoppa. Quando ha calciato De Rossi a me è sembrata una cosa dovuta, una cosa inevitabile, sovrannaturale, era giusto che quel gol lo potesse fare De Rossi, meglio sarebbe stato se fosse arrivato Francesco Totti su quella palla, però è arrivato De Rossi ed è stata una cosa inevitabile e giusta da accogliere.
Qual è l’acquisto che non sei riuscito a concretizzare e che rimpiangi di più? Aubameyang, Rabiot…
Sono nomi che mi perseguitano, però è una caratteristica del mestiere che faccio, ci sono cose che delle volte si arenano per un dettaglio, per una stupidaggine, per una distrazione. Ci sono nomi ma non voglio aumentare il rammarico dei tifosi romanisti quindi mi non li faccio.
Carrasco?
Non affondare. Sono stati certamente tanti giocatori dove la Roma è stata vicinissima e per una serie di difficoltà non sono arrivati, ma parte anche del mio modo di lavorare a reti larghissime e quindi da qualche parte qualcuno bisognava catturare ma alcune cose non sono andate bene.
E’ uscita una notizia che dice che la Roma potrebbe essere venduta. Quanto dura il contratto con l’Inter?
La Roma non può essere venduta in atto formale perché la Roma è dei romanisti e i romanisti non vendono la Roma.
Hai firmato il contratto in italiano o in cinese?
In tripla versione, cinese, inglese e italiano.
Il comandante dell’aereo di domattina fuma?
E’ la prima cosa che gli chiederò (ride, ndr).
L’ambiente di Roma ti conquista il cuore…
Questa è un’osservazione pigra, ma si sa che Roma è invasiva, ti conquista, ti spacca in due, ti fa star male e ti fa star bene. Certo non si attraversa un segmento di vita nella Roma senza danni o senza gioie che sono talmente forti da procurarti un danno.
Gerson lo porta a Milano?
Non lo so, dipende dalle coincidenze e dalle contingenze di mercato, vedremo.
Qual è la tua attrice preferita?
Una volta era Candice Bergen, la ragazza che ha fatto “Il soldato blu”. Ho avuto qualche stella.
Quanto ti mancherà Roma nella nebbia di Milano?
Quanto ti può mancare l’ossigeno quando devi respirare.
Pallotta ieri è stato fischiato. Perché dopo 6 anni non è entrato ancora nelle grazie dei tifosi?
Non credo che non lo sia. Ieri hanno associato Pallotta alla rinuncia di Francesco, un sentimento controverso. A me non piace che il Presidente della Roma sia fischiato perché è la Roma anche il Presidente.
Schick chi lo prende?
Credo che sia andato alla Juventus.
Se la Roma è su un giocatore cosa dici?
La Roma è generosa e farà un’offerta congrua, però certamente non rinuncerò.
Sei diventato asettico da questo punto di vista?
Sono sempre stato asettico poi io sono competitivo nel mio lavoro, per la Roma avrò sempre un rispetto non scalfibile. Da ieri sera la Roma è una mia avversaria di grande livello.
Quando uscirà il calendario, andrai in Cina durante Roma-Inter e Inter-Roma?
Non ci sono dubbi su questo. Sicuramente quando ci sarà Roma-Inter, non potrei sopportare di entrare dentro lo Stadio Olimpico a vedere questa partita. E’ stato il mio rifugio, dentro il quale ho maturato i miei pensieri. Non lo frequenterò più da avversario.
Perché vedevi le partite dentro un ufficio?
Era l’unica maniera di capirle, le vedevo nel mio stanzino poi le rivedevo la notte a casa, non ho mai mancato di vedere le partite della Roma. Era l’unico modo per capirle fino in fondo. Ho capito sempre oltremisura e capire oltremisura è un danno.
Sei permaloso?
Parecchio, meno di Spalletti.
Sei generoso o tirchio?
Molto generoso.
Come Batistuta?
Non lo conosco, non lo so.
Sei religioso?
Ho la mia religione.
La tua religione sono i giornalisti romani?
No. La mia religione è cercare di mettermi sempre, rispetto agli altri, nella posizione giusta.
Qual è il tuo hobby? A parte le donne, una volta…
La lettura. Non ho mai coltivato un hobby in maniera continuativa.
La pesca?
No, è statica. Quando voglio stimolare un giocatori gli dico che è lacustre.
Ti piace raccontare barzellette?
No.
Sentirle?
No mi piace ascoltarle, tanto meno raccontarle. Mi imbarazza molto perché se non fanno ridere mi inquieta, mi imbarazza, mi dispiace per chi le racconta, io non mio ci metto.
Quando ti hanno contattato i cinesi?
E’ una cosa segretata.
Quando hai firmato?
Segretato. E’ un patto di segretezza.
Per quanto?
Poco tempo. Lo sapete che i lunghi contratti non fanno per me. Pochissimo tempo. Un po’ di più di un anno.
Presentazione sarà tipo le conferenze stampa che facevi a Roma?
La forma molto spesso diventa sostanza. Guarda i luoghi comuni che tiro fuori, la quantità non si trasforma in qualità. Non lo so, faccio tutto a braccio quindi non so cosa succederà. Dipende dagli interlocutori.
Tra Austini e Pinci chi preferisci?
Sono una pessima espressione del giornalismo romano entrambi (ride, ndr) Sono bravi ragazzi.
Austini è soprannominato l’anaconda e Pinci il serpente a sonagli…
E’ un rettilario la tua trasmissione.
Voglio augurare ai tifosi della Roma, con tutto il trasporto di cui sono capace, la felicità. Voglio che i bambini romanisti, come mio figlio, che vanno sempre con la maglietta allo Stadio, possano emozionarsi tutte le domeniche, divertirsi e di essere orgogliosi della propria squadra. Questo è un augurio che faccio sentitamente, fortemente, voglio che succeda a tutti i costi.
Ti faccio l’in bocca al lupo per 36 partite l’anno…
Tanto in quelle due non ci sarò.