La cena delle polemiche. Non si può definire altrimenti, visto gli effetti che ha avuto, quella a cui mercoledì sera ha partecipato la quasi totalità della squadra giallorossa in un locale di Via Veneto.
L’argomento, ieri, è stato sulla bocca di tutti i tifosi romanisti, che non hanno mancato di esprimere la loro opinione nelle radio private — che per tutto il giorno non hanno quasi parlato d’altro — e sui social network. E la condanna per il comportamento dei calciatori, ritenuto poco professionale a sole 24 ore dalla pesantissima sconfitta contro la Juventus in Coppa Italia, è stata pressoché unanime.
Un cambio di direzione da parte dei sostenitori giallorossi, che fino a due giorni fa hanno difeso sempre e comunque l’operato della squadra, della dirigenza e dell’allenatore, nonostante la Roma sia già fuori dalle coppe e in grave ritardo in campionato. E che il vento sia cambiato lo ha avvertito anche la società, che ieri ha pubblicato sul suo sito internet un comunicato ufficiale per smentire la notizia — apparsa su (quasi) tutti gli organi di stampa — di un Luis Enrique arrabbiato per le condizioni di alcuni calciatori alla ripresa degli allenamenti. Un tentativo di tranquillizzare i tifosi “Sono del tutto destituite di fondamento le indiscrezioni riportate da alcuni organi di stampa… Non risponde al vero che alcuni calciatori si siano presentati in ritardo a Trigoria; che alcuni fossero in condizioni tali da non poter sostenere la seduta di allenamento; che allenatore e dirigenti abbiano stigmatizzato il comportamento dei calciatori; che Luis Enrique abbia strigliato la squadra… Interesserà ai nostri tifosi sapere che l’allenatore è stato soddisfatto del lavoro svolto e di ogni iniziativa che fortifichi la solidità del gruppo, che tutti i giocatori si sono allenati secondo il programma prestabilito e che la preparazione per la gara con il Bologna prosegue senza intoppi”.
Prima del comunicato ufficiale il d.s. Walter Sabatini, intervistato da Gazzettagiallorossa.it, si era detto “incazzatissimo come tutta la società. I tifosi non accettano queste cose e l’incolumità dei calciatori è a rischio perché non possono circolare tranquillamente”.
I giocatori, però, devono essere stati i primi a rendersi conto che probabilmente la serata era durata un po’ troppo: mercoledì notte, uscendo dal locale (i primi a fare ritorno a casa, intorno all’una, sono stati Burdisso e Juan, raggiunti subito dopo da Erik Lamela), hanno cercato in tutti i modi di passare inosservati agli occhi dei tanti passanti, tifosi della Roma. Gli stessi che ieri telefonavano alle radio.
Corriere della Sera – Gianluca Piacentini