Scusate il ritardo, verrebbe da dire. Dopo che l’etere romano aveva stigmatizzato l’assordante silenzio dirigenziale seguito alla sconfitta del derby, due «eventi» provano a lenire l’ambiente Roma: l’arrivo oggi di Franco Baldini e la grandinata d’interviste rilasciate dal d.s. Sabatini. «Non recrimino per l’arbitraggio, la partita l’abbiamo persa noi, ma sarebbe stato opportuno non designare Tagliavento. Sapremo reagire, tireremo fuori le nostre qualità cercando di vincere 4-5 partite per lenire questo dolore. Luis Enrique? Siamo soddisfatti del suo lavoro, i calciatori sono contenti di lui. Ci sono alcuni margini da colmare e succederà in fretta. Se poi alla squadra servirà qualcosa, sarà responsabilità mia andare sul mercato». A proposito del passato laziale sinceramente ammesso «in quel momento lo sono stato con fede incrollabile», aveva detto, Sabatini non rinnega nulla: «È facile acquisire popolarità attraverso la dissociazione. Non credo che ai romanisti possa piacere uno che rinnega il passato. Ora sono orgogliosamente il d.s. della Roma. Ieri non ero allo stadio? Scaramanzia. Non c’ero né col Parma né con l’Atalanta».
Caso Kjaer Segnalato come le accuse di Pizarro all’arbitro «un furto» lo mettano a rischio multa, dopo il k.o. sul banco degli imputati è finito Kjaer, che domenica all’uscita dello stadio è stato insultato anche da un paio di tifosi. «È un patrimonio da tutelare», ammonisce Sabatini. Vero, ma per domenica si scalda già Juan.
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini