Il direttore sportivo della Roma, Walter Sabatini, ha ricevuto questa mattina a Rieti il premio “Scopigno” come miglior manager della Serie A stagione 2013/14. Al termine della premiazione, il ds giallorosso ha risposto alle domande dei cronisti presenti. Queste le sue dichiarazioni:
Un commento sul riconoscimento che ha ricevuto e sulla sfida con la Juve?
Ci tengo a ribadire che questo è un premio che voglio pensare sia riferito a tutta la Roma, che lavora in grande sintonia con la voglia di fare qualcosa di importante nei mesi a seguire. Con la Juve ce la giochiamo, siamo felici di poter giocare questa sfida a pari punti, siamo felici di poterla giocare con una restituita dignità al campionato stesso. Poi spererei che il campionato si arricchisse di altri protagonisti, se le dinamiche dovessero essere quelle dello scorso anno diventa molto difficile. Se invece altre squadre saliranno in classifica (e sono convinto succederà) ci sarà una dialettica diversa e allora le nostre possibilità potrebbero crescere.
Quanta consapevolezza da la gara di Manchester in ottica futura?
Avevamo già giocato una partita di Champions contro il CSKA, spettacolare sia nel risultato che nel gioco espresso, ma naturalmente non è bastata per convincerci fino in fondo. Avevamo giocato in casa contro una squadra che si credeva fosse debole, ma che certamente debole non è e lo dimostrerà nelle prossime partite. Siamo andati a Manchester credendo di poter giocare il nostro calcio e ci siamo riusciti. Abbiamo acquistato ulteriore consapevolezza, vogliamo esserci e vogliamo fare bene fino a fine stagione.
Roma e Juve già avanti rispetto alle altre, una buona notizia per il calcio italiano? Potrebbero lottare per il titolo nei principali campionati europei?
Ho appena detto che non è una grande notizia, naturalmente siamo soddisfatti di essere in alto assieme alla Juve, ma preferirei avere un campionato più articolato e che esprima altre partite di alto livello. Ma succederà, in Italia ci sono squadre forti che usciranno fuori presto. Credo che sia Roma che Juve possano giocare in altri campionati, non dico vincendo ma onorandoli. Non vivo del complesso di inferiorità del calcio italiano, credo che ancora ancora oggi il calcio italiano è un’espressione straordinaria di tecnica, tattica e mentalità. Non abbiamo alcun complesso per i petroldollari o per gli investimenti che hanno fatto altrove, il calcio si può fare anche con altre risorse, lo so io e lo sanno anche molti dirigenti italiani. Dobbiamo reagire, come stiamo facendo, e risollevarci, abbiamo la possibilità di farlo.
In Inghilterra continuano le voci su Strootman, si parla di un’offerta pronta di 40 milioni. Come risponde la Roma? Come sta il ragazzo?
Avrete notato che sono tutte cose che vengono da quella latitudine, da quel lembo di terra. Non abbiamo mai sollevato un problema Strooman, che è un nostro giocatore importante e ci manca tanto. Sono mesi che non è a disposizione e su di lui si era un po’ costruito un progetto di gioco. Tornerà presto e non è sul mercato, gli daremo il tempo necessario per farlo tornare ad essere quello di prima, perché non sarà facilissimo. Abbiamo bisogno di qualche mese, ma Kevin sarà un nostro punto di forza ulteriore nei prossimi mesi.
Chi può essere l’uomo decisivo domenica?
Sarebbe facile identificare 3-4 giocatori che ricorrentemente possono decidere le partite. Ma non mi pare il caso, credo che prevarrà la squadra che vorrà più fortemente fare risultato, che riuscirà ad avere la tranquillità e la lucidità per mettere in campo tutte le proprie qualità, aspetto che spesso manca in alcune partite
Due parole Totti?
Sta facendo cose inenarrabili. Anzi, narrabili, per fortuna c’è un riscontro televisivo a quello che fa. E’ un calciatore che sta vivendo in maniera un po’ diversa la sua ultima vicenda calcistica: con straordinaria partecipazione. Sente di essere in forma e sente fortissimo l’esigenza di fare qualcosa di grande nella Roma e qualcosa da poter raccontare tra qualche anno, forse in questa stagione più degli altri anni. Vuole qualcosa, non de lo dice ma capisco dai suoi comportamenti che vuole portare a casa qualche trofeo.
Keità il giocatore che si è messo più in evidenza. Più un indicazione di Garcia o una sua intuizione?
E’ un giocatore che avevamo già monitorato lo scorso anno, abbiamo deciso insieme di prenderlo, sapendo che avrebbe portato alcuni comportamenti, facendo riferimento alle parole che hanno speso per lui altri allenatori, Guardiola in particolare. Eravamo sicuri che il ragazzo avesse ancora voglia di far bene e di tornare alla ribalta importante come la Champions League, sta facendo cose meravigliose.
Non la sorprende quindi?
No, non mi sorprende. Prendiamo atto del fatto che quando un giocatore si esprime al massimo una virgola di fortuna dobbiamo mettercela, magari ci sono i presupposti che però abortiscono subito. Nel caso di Seydou Keita non è stato così, il giocatore sta facendo tutto ciò che avrebbe potuto fare anni fa con qualche anno in meno. gioca con uan freschezza, una presenza, una voglia di vincere e di rappresentare qualcosa in questa squadra che ci inorgoglisce.