Sabatini: “La Roma deve poggiarsi su Mourinho, la storia parla per lui. Ho provato a portare Abraham alla Sampdoria”

Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma, ha rilasciato un’intervista a New Sound Level all’interno della trasmissione “Il Diabolico e il Divino”. Queste le sue parole:

Quanto varrebbe oggi Paulo Roberto Falcao?
Nessun presidente in gamba lo metterebbe sul mercato, non c’è una cifra adatta per lui. Era un uomo squadra e un trascinatore che da solo elevava il valore di un’intera squadra. A me i numeri vengono facili da questo punto di vista, ma se ad esempio giocasse nella Roma di oggi non credo che i Friedkin o Mourinho lo metterebbero sul mercato. Comunque costerebbe almeno 100 milioni di euro.

Ti aspettavi che Marquinhos e Alisson avrebbero fatto una carriera così importante?
Con Marquinhos sono stato molto fortunato perché Zeman credeva molto nel giovane e lo ha buttato dentro già diciottenne; siamo di fronte a un giocatore di livello internazionale assoluto, che a 27 anni è capitano del Paris Saint Germain. Alisson aveva dato qualche segnale da fuoriclasse ma ha superato anche le nostre aspettative, anche lui è diventato un fenomeno. Su Marquinhos mi ricordo che io, dopo averlo preso, portai a Zeman dei DVD per fargli visionare il giocatore e il mister boemo fu subito impaziente di allenarlo.

Ti aspettavi una crescita di questo tipo da Simon Kjaer? Era così forte già quando stava nella Roma?
Kjaer quando è venuto a Roma era un calciatore molto giovane e fu bruciato da un’entrata intempestiva su Klose in un derby che stavamo vincendo 1-0 al 90′ (in realtà si riferisce all’espulsione a inizio ripresa, ndr); a Roma una cosa del genere ti affossa perchè ci fu un crollo di fiducia da parte di tutti, sapete meglio di me quanto può incidere una cosa fatta male in un derby. La piazza di Roma, così come può esaltare i giocatori può distruggerli, ma Kjaer è un giocatore molto forte e lo sta dimostrando in questi anni, è diventato un vero leader.

Ti aspettavi un avvio di stagione del genere per Luciano Spalletti al Napoli?
Avevo detto in tempi non sospetti che Spalletti avrebbe fatto benissimo, già a maggio quando fu annunciato sulla panchina del Napoli. Molte volte l’ho definito un genio ed è una definizione in cui credo. Luciano dimostra anno dopo anno di essere un allenatore fortissimo, uno dei più forti del settore.

Cosa pensi di Mourinho e l’avvio di stagione della Roma?
Ho sentito le dichiarazioni di Mourinho dopo la partita di Venezia e mi è sembrato molto lucido nell’analizzare il mercato di reazione della Roma, fatto per tamponare alcuni buchi imprevisti dovuti all’infortunio di Spinazzola e all’uscita di Dzeko. La Roma sta pagando un po’ dazio per questa cosa, ma a me la Roma non ha mai dato l’impressione quest’anno di essere una squadra rinunciataria, mi sembra una squadra che può vincere le partite e quindi io non scalfirei mai la fiducia sull’allenatore. È necessario dargli fiducia totale, avrà il tempo di correggere la squadra già da gennaio e sono sicuro che lo farà per il meglio. Stavo vedendo un documentario su Massimo Moratti in cui vi era il racconto delle vittorie di Mourinho e se fossi un tifoso della Roma lo andrei a vedere perché potrebbe essere rigenerante per l’ambiente. Lui sa indubbiamente come fare ed è uno che non si accontenta, dopo aver vinto il primo scudetto con l’Inter ha avuto la cura di rinforzare ancora la squadra e ha avuto la capacità di rialzare l’asticella e puntare a vincere qualcosa di più importante. La storia di Mourinho parla per lui e Roma deve appoggiarsi sulla persona e sul personaggio.

Quali difficoltà ha avuto Dzeko negli anni di Fonseca? Ti aspettavi un avvio così all’Inter?
Le difficoltà a Roma di Dzeko non le definirei grandi difficoltà, ha fatto più di 100 gol ed è sempre stato un grande calciatore. Credo che Fonseca abbia fatto un grande errore strategico e umano nel levargli la fascia perché Dzeko ha dei comportamenti esemplari, anche se non mi piace entrare nei meccanismi di spogliatoio perché sono sempre molto particolari. Non avevo dubbi sulle prestazioni di Dzeko all’Inter, è un fuoriclasse.

Ti piace Tammy Abraham.
Io Abraham ho cercato di portarlo, ai tempi della cantera del Chelsea, alla Sampdoria perché si vedeva che era un giocatore superiore, poi la Sampdoria però non esercitava fascino su di lui e sul Chelsea. Ha delle soluzioni fortissime è bravo sui tempi e sulla tecnica, diventerà un giocatore fortissimo anche se già oggi secondo me lo è, sa fare tutto in mezzo al campo e dentro l’area. Attaccarlo per i pochi gol fatti fino ad ora ci può stare, ma Abraham ha una potenzialità enorme ed è difficile non vedere il lavoro che fa in campo. Diventerà un massacratore del campionato e delle difese avversarie ma bisogna concedergli il tempo di esplodere.

Perché Gerson non ha reso come ti aspettavi?
A Gerson è mancata la fiducia perché aveva un modo di giocare un po’ indisponente, poi quand’è tornato al Flamengo ha vinto da regista titolare la Coppa Libertadores, che non è una coppetta come la pensiamo qua dall’Europa, dopo aver vinto già il Brasilerao. Adesso tra l’altro è tornato in Europa per una cifra importante, è un tipo di giocatore che può indispettire ma è un giocatore illuminato, inventa linee di passaggio ma è anche bravo nella fase di recupero palla. Roma è una piazza difficile, non brucerà mai Nainggolan ma può bruciare giocatori come Villar o appunto Gerson.

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