Walter Sabatini, ex ds della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano TuttoSport. Il dirigente ha parlato, tra le altre, del big match di questo pomeriggio tra Roma e Inter. Queste le sue parole?
Trova una favorita?
Come definirebbe l’Inter?
“Prorompente. Tant’è che a volte paga questa caratteristica perché subisce i contrattacchi avversari e rischia. Prendiamo però il secondo tempo dei nerazzurri contro la Lazio: quando si è acceso Lukaku è diventato un team spettacolare. Il belga, Lautaro, ma pure Dzeko: se Edin ritrova la porta diventano davvero la squadra da battere. Chi farei giocare in attacco? Io sono di parte. Per me giocherebbe sempre Edin, lo sento un mio giocatore, ma il Lukaku visto con la Lazio è difficile da lasciare in panchina“.
E la Roma?
“Una squadra scientifica. Sanno come giocare e come vincere anche grazie a Mourinho. Potremmo dire anche cinica, ma non mi piace come definizione, è troppo usurata“.
Su Sarri e Mourinho.
“Sarri è un idealista, come Spalletti. Mou è un mito che fa questo mestiere“.
Quale è la piazza dove è più difficile lavorare?
“Roma. Ci sono forze centrifughe e centripete difficili da controllare. A Milano c’è un pizzico di attenzione in più, a Roma la passionalità a volte ti impedisce certi ragionamenti perché i tifosi sono incontrollabili sotto certi aspetti“.
Dove le piacerebbe tornare a lavorare?
“Alla Roma, anche se il desiderio rimarrà tale“.
Quale è l’acquisto di cui va più fiero in carriera?
“Dico Marquinhos. È arrivato giovanissimo, diventando subito titolare. Poi l’ho venduto al PSG. I conti devono essere sempre a posto in un club. Quando non succede è una cosa pietosa. Serve cassa, i bilanci sani. La storia recente, vedi Napoli, dicono sia possibile“.