Walter Sabatini, direttore sportivo del Bologna, ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero. Queste le sue parole:
Sabatini, scusi: ma uno come lei a Bologna che tipo di guerra fa?
Bologna ha tutto, non ha bisogno di niente. Anche la squadra: è buona, ma le manca sfacciataggine, prepotenza. Per questo prendiamo Arnautovic, è un rissaiolo e a me i rissaioli piacciono.
Ma per il carattere Mihajlovic non basta?
Lui ha dato solidi principi alla squadra, è importante. Ma quello che dà un allenatore alla lunga si affievolisce. Quello che ti danno i calciatori, invece, rimane sempre in vita. Gente come Benatia, o Daniele De Rossi, quelli sì che ti garantiscono un livello di adrenalina sempre alto per affrontare la partita. Gli altri sono bravi ma dormienti, e con quelli anche un allenatore che ci mette tanta coreografia non inverte la tendenza.
Undici anni fa, di questi tempi, discutevamo della sua frase su Totti: la luce sui tetti di Roma…
Me ne sono pentito, vorrei non averla mai detta. E poi in pochi hanno capito cosa volevo dire.
Ce lo dica oggi…
Basta andare in piazza di Spagna, salire gli scalini, e vedi che la luce non muore mai e continua a inondare i tetti. Totti era la luce residua che non se ne va e vuole continuare ad illuminare la scena.
Chissà se i Friedkin la pensano come lei?
Non lo so e non mi riguarda. I Friedkin non hanno bisogno di consigli. Sono silenziosi, non si mettono nell’agone come facevo io, non vanno a negoziare con la piazza. Stanno zitti, e prendono Mourinho, senza che nessuno lo sappia.
Grande colpo?
Un colpo della madonna, che intanto gli ha consentito di mettere un tappo al vaso di Pandora. Tutti dicono: ci penserà Mourinho.
Ci penserà lui?
Qualcuno arriverà. Mourinho è troppo furbo e intelligente, sa che allenerà una squadra competitiva.
Quando ripensa ai suoi anni alla Roma, cosa le viene in mente?
Un’immagine. E’ stato un bel fiume che correva lento ma prepotente verso il mare, con qualche turbinio, poi c’è stata un’esondazione quando la Roma è diventata forte, e dopo il fiume è rientrato e sono rimasti solo i detriti, la mia vita. Io ho solo i detriti della Roma. La Roma mi ha fatto male fisicamente.
Cosa sarebbe potuto accadere se fossero rimasti anche solo la metà dei giocatori che ha portato a Roma?
Che la squadra avrebbe lottato per lo scudetto per quattro o cinque anni. Ma c’era l’esigenza di vendere, mai dichiarata da Pallotta. Lui era senza pietà, mandava le persone da me con la faccia contrita a chiedermi se potessi tirar fuori 5 o 10 milioni perché altrimenti saremmo andati a gambe all’aria.