Cita il Principe di Condè e i piani quinquennali di Stalin, usa parole come macumba e alchimista, fuma una sola sigaretta (quasi di nascosto mentre parla Marquinho) e dice tante cose. La presentazione di Marquinho è il pretesto per far parlare Walter Sabatini di alcune delle tante cose che gli ronzano in testa. Il recente passato, il presente tra alti e bassi e il futuro in via di costruzione: il ds ha una spiegazione, un’idea e un progetto per ognuno di questi punti. Meglio iniziare con il presente, partendo proprio dall’acquisto di Marquinho: «Non è stato ricevuto in pompa magna e abbiamo perferito tenerlo nascosto per fargli guadagnare un po’ di condizione. È un giocatore forte, polivalente e che può darci una grossa mano. Il suo riscatto non dipenderà dal numero di presenze, ma se saprà di dimostrare le sue qualità. Può bastare anche una sola partita fatta bene». L’attualità romanista, però, è fatta anche di tante altre cose. «Siamo vittime di qualche rovescio e lo dobbiamo sopportare – spiega Sabatini – ma abbiamo raggiunto l’ obiettivo di proporre un calcio esclusivo in Italia. Siamo fiduciosi poter rappresentare qualcosa in fretta anche a livello di risultati. Vogliamo affermarci velocemente, non tra cinque anni. Questo non è un anno di transizione, sapevamo che avremmo trovato delle difficoltà ma lottiamo ugualmente per qualcosa. Forse per la Champions, ma ho detto combattere per la Champions e non andarci. Se non sarà il terzo posto, sarà il quarto o il quinto e comunque una base per una Roma ancora più forte. Adesso siamo di fronte ad una situazione interlocutoria: vogliamo capire questa squadra e vedere quali segnali ci darà fino al termine della stagione. A gennaio non ci siamo mossi più di tanto in entrata perchè non c’erano calciatori forti sul mercato e perché, su input di Luis Enrique, abbiamo voluto dare al tecnico la possibilità di lavorare fino in fondo con questi giocatori. Non è stata, insomma, una questione di soldi. Non stiamo lavorando in uscita (ci sono ancora un paio di mercati aperti, ndc), ma se ci dovessero essere delle proposte le valuteremo».
C’è spazio anche per una difesa di chi finora non ha brillato: «Kjaer è vittima di una sindrome, la situazione si sta facendo difficile perchè ormai è contaminato da una congiunzione astrale. Noi, però, lo difenderemo fino in fondo e poi faremo le nostre scelte. Josè Angel era partito bene e poi, sentendo il peso della situazione e della maglia, si è un pochino fermato. Ma ripartità. Aspetterei a bocciare Bojan, ha segnato un gol più di Vucinic e quattro più di Borriello». Dal passato e dal presente si passa al futuro. Quello di Sabatini sarà ancora alla Roma: «Non ho ricevuto offerte da altri club e non le ascolterei neanche perchè sono orgogliosamente il ds della Roma. Il mio contratto è una cosa marginale. La società, comunque, mi ha già fatto una proposta che mi ha gratificato. Io sono sempre inquieto e firmerò il contratto quando sarò tranquillo di aver lavorato bene».
Quello della Roma, sempre secondo il ds, sarà roseo: «La proprietà americana è molto presente e non ci ha messo nessun tipo di paletto. Siamo sulle tracce di giocatori di alto profilo per chiudere il cerchio che abbiamo iniziato a tracciare la scorsa estate». Non è un proclama, ma tanto basta all’uditorio romanista per sognare.
Il Tempo – Matteo De Santis
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