Corriere dello Sport (L. Scalia) – Rui Patricio ha la fiducia di Daniele De Rossi. Piena. Sarà ancora lui a difendere i pali della Roma contro il Cagliari all’Olimpico. Ma il portiere della Roma non sta attraversando un momento di forma particolarmente brillante: contro il Verona, infatti, ha sulla coscienza il gol incassato, a Salerno ha perso ingenuamente due palloni. Capita. Del resto ricopre il ruolo più delicato, dove se sbagli non ti puoi nascondere. In generale Rui Patricio sta portando avanti una stagione piena di zone d’ombra e qualche lampo di luce. Al momento è il titolare, ma chiaramente, come ogni giocatore che esiste sulla faccia della Terra, vive sotto osservazione. Un altro errore da matita rossa passerà sotto silenzio e senza conseguenze? Probabilmente no.
De Rossi era stato chiaro una settimana fa, quando ha acceso un faro sulle prestazioni di Rui Patricio: “Le gerarchie in porta le ho decise quando sono arrivato, penso che Rui Patricio abbia giocato molto bene e una partita non cambia la mia opinione”. Insomma, il portoghese è il numero uno, Svilar è il vice e Boer la terza scelta. DDR ha anche aggiunto: “Il portiere deve avere delle gerarchie ben stabilite che poi non sono eterne: uno deve guardare le prestazioni e come si allenano..”. In generale però “sono contento di Rui Patricio e di Svilar, che conoscevo meno però mi ha impressionato per completezza. Una giornata no non mi fa cambiare idea su Rui Patricio, ha salvato tante partite prima che io arrivassi qui”.
Ma c’è anche un altro dato di fatto: la Roma ha incassato 26 gol in campionato, alcuni evitabili, altri no. Si tratta del secondo peggior rendimento tra le prime dieci squadre in classifica. Il futuro è segnato. Rui Patricio è in scadenza e il suo contratto non verrà rinnovato a meno di clamorosi colpi di scena: se in estate la questione era in dubbio, ora è praticamente certo che la firma non arriverà. Adesso conta il presente. Cioè arrivare in fondo alla stagione senza strappi traumatici. Rui Patricio non è più un ragazzino. I suoi 35 anni possono rappresentare in linea generale una seconda giovinezza: non smetterà di giocare ma lo farà altrove. È molto presto per dire come la Roma si muoverà per coprire il buco numerico tra i pali. Tutto dipenderà dal nome del nuovo direttore sportivo che potrebbe battere piste estere per sistemare la questione in porta.