La Gazzetta dello Sport (C. Laudisa) – A poco più di un terzo del cammino il calciomercato ci porta ufficialmente nella nuova stagione. Quella delle riforme. E, per ora, delle grandi spese. Il 1’ luglio è il tradizionale crocevia, la data in cui possono essere depositati i contratti per la stagione entrante. Poi, il 31 agosto il sipario calerà sulle contrattazioni a campionato ormai iniziato. E dire che dal 30 maggio in poi (ultima giornata della A) i colpi non sono mancati. La Juve ha aperto le danze aggiudicandosi l’asta per Dybala (32 milioni più 8 di bonus) ed ha completato l’opera con gli ingaggi di Mandzukic e Khedira. Le vere scintille, però, sono arrivate dal derby milanese. Per l’Inter Kondogbia (37 milioni più 3 di bonus) è il trofeo della sfida vinta con il Milan che, poi, ha ripiegato su Bertolacci (20 milioni). Duelli costosi, prova di una città che nel calcio ha fretta di rialzare la testa.
LE NOVITÀ Questa è stata anche l’ultima estate delle comproprietà. Con l’addio alle buste il calcio italiano fa un deciso passo avanti verso l’integrazione nell’Europa che conta. Ma è lecito attendersi anche altri mutamenti, alla luce delle norme varate dalla gestione-Tavecchio. Dalla stagione 2015-16 anche le società di serie A avranno un tetto alle loro rose, sulla falsariga di quanto già avviene nelle competizioni europee. Soprattutto i grandi club devono convivere con almeno unatrentina di professionisti in prima squadra, ma d’ora in avanti ne potranno utilizzare al massimo 25. E comunque a disposizione dovranno esserci 4 calciatori cresciuti nel vivaio del club e altrettanti di formazione italiana.
IL TAPPO Con questi presupposti le mosse in entrata e in uscita dovranno fare i conti con gli evidenti limiti prospettati dal nuovo corso. Anche perché all’orizzonte ci sono pure gli interessi dei calciatori in uscita. Se qualcuno di loro puntasse i piedi e rifiutasse un eventuale trasferimento? L’ipotesi va messa nel conto. L’evidente condizionamento dei piani societari porterebbe a delle fatali contrapposizioni. E in quel caso la società in questione continuando a pagare il proprio tesserato, come giustificherebbe l’esclusione tecnica? L’ombra degli esuberi s’allunga sulla serie A, considerando una limatura di almeno 300 posti di lavoro. Se non di più. E comunque è difficile prevedere il passaggio in serie minori. Con la riduzione dei campionati ormai in vista è dura che nascano opportunità alternative.
STRANIERI Intanto continuano ad arrivare sempre più stranieri. Un fenomeno che danneggia i nostri vivai, ma che permette di risparmiare un bel po’ di denari. I talenti di casa nostra, infatti, costano sempre tanto. Possibile ci siano anche altri motivi, ma il tema finanziario è sempre preminente. L’osservazione riguarda di riflesso le scommesse sui giovani extracomunitari. Anche su questo punto la Figc ha provato a battere nuove strade. Va ricordato che ogni club può far entrare due nuovi extra-Ue a patto che ne vadano via altrettanti: la novità è che uno dei due deve avere un curriculum certificato. Un modo per tenere aperti i mercati, provando a salvaguardare la bontà tecnica dei nuovi investimenti. Non è un compito da poco, né sarà facile mantenere promesse.