Sostiene Zdenek Zeman, inguaribile ottimista, che il distacco dalla zona Champions non sia, al di là dei severi numeri che oggi condannano la Roma, incolmabile. Che, insomma, nonostante i punti che separano la squadra giallorossa dal podio della classifica nulla è ancora perduto. Ecco perché, a suo giudizio, la sfida di stasera contro l’Inter non rappresenta un’ultima spiaggia verso l’Europa che conta. «Mancano diciotto partite e cerchiamo di farle una volta per recuperare sulle altre. Decisiva poteva essere anche la prima di campionato, vediamo alla fine», la sua tesi. In realtà, l’impegno contro l’Inter di Andrea Stramaccioni, per la prima volta avversario all’Olimpico della sua (ex) Roma, rappresenta un’occasione importante, forse decisiva, per dare corpo alle speranze.
DOPPIO VALORE Battere l’Inter significherebbe accorciare verso l’alto e, al tempo stesso, impedire ai nerazzurri di allontanarsi ulteriormente. Una vittoria da sei punti, come sempre accade negli scontri-diretti. Rispetto alla trasferta di Firenze, Zeman recupera Totti, Osvaldo e Lamela per l’attacco, e Marquinho («La non convocazione e la multa della società dovrebbero farlo riflettere») e Perrotta. C’è Pjanic che ancora non sta benissimo, però. Dopo la difesa tre del Franchi, stasera si torna all’antico, cioè al 4-3-3. «È stata una soluzione d’emergenza: nel primo tempo abbiamo fatto molto bene a tre, nella ripresa a cinque abbiamo difeso male. Se non c’è emergenza, si torna a quattro», la conferma del boemo. «Rimango dell’avviso che le squadre che hanno fatto la storia, hanno sempre proposto il loro calcio, senza cambiare. Il Barcellona, il Real Madrid, l’Ajax… Io vorrei che la mia squadra imparasse a giocare un calcio».
LE MOSSE TECNICHE Essendo squalificato per la Coppa Italia (come Pjanic, Taddei e Dodò), Osvaldo stasera dovrebbe tornare al centro dell’attacco, con Destro in panca e pronto a giocare mercoledì ancora contro i nerazzurri. «Sento dire che Osvaldo fa più gol di Destro che, a sua volta, si muove più di Osvaldo: l’ideale sarebbe che Mattia facesse più gol e Dani più movimento…».
Zdenek non si lascia pregare per non parlare solo dell’Inter. Giustizia sportiva. «S’era detto: puniremo e puliremo. In realtà, si è fatto poco. Su omessa denuncia e responsabilità oggettiva, ad esempio, sono cambiate le sentenze ma non il regolamento».
L’ALTRO CALCIO Lega e Figc, zero novità. «Purtroppo nel calcio si cambia poco. Perché?…». Silenzio profondo. «Roma fuori dalla Lega? Fuori i poteri forti, intesi come club di grandi piazze con grande seguito». Il doping. «Armstrong? L’ha ammesso dopo averlo negato per anni. Ma, purtroppo, queste cose non ci sono solo nel ciclismo… Nel calcio? Non lo so, ma qualche giorno fa c’è stato Pavoletti…». Era uno spray nasale. «Sì, un dentifricio…». Perché Zago nello staff? «Mi serve perché ho problemi con i brasiliani, che ancora non hanno capito il nostro calcio». L’ipotesi Bellomo? «Lo avevo già chiesto quando ero a Foggia. Tecnicamente è molto valido».
Il Messaggero – M. Ferretti