Leggo (F. Balzani) – «Vola Tedesco vola!». Verso i 60 anni che lunedì festeggerà in questa anomala quarantena, magari proprio riascoltando quel tormentone di Lorella Cuccarini che i tifosi romanisti avevano modificato in suo onore. In onore di Rudi Voeller. Un’icona del calcio anni ’90, una bandiera della Roma che in quegli anni di transizione tra i due scudetti aveva conquistato il pubblico grazie soprattutto alle gesta del numero 9 dai baffi e ricci biondi, e dall’indomita tempra da combattente. Per molti Voeller è stato uno dei dieci attaccanti più forti della storia giallorossa: 198 partite, 69 gol, 1 coppa Italia conquistata e una mini esperienza da allenatore nel 2004. Ma pure il record di gol in coppa Uefa e quella maledetta finale persa con l’Inter. Basta e avanza per farlo entrare nella Hall of Fame. E’ servito per eleggerlo a leggenda di un calcio (all’epoca) ricco di talenti come la serie A. «In questi 60 anni di vita Roma ha rappresentato una delle parti più importanti. E’ stata una storia splendida, eravamo un gruppo di uomini veri».