La Repubblica (M. Pinci) – Durante l’ultima assemblea di Lega lo dicevano tutti: “È l’ultima volta che lo vediamo“. Abbastanza per capire quanto fosse nell’aria l’addio alla Roma dell’amministratore delegato Pietro Berardi. Quello che era meno chiaro, forse, era il grado di consunzione del suo rapporto con Dan e Ryan Friedkin.
Il comunicato, gelido, con cui la proprietà ha dato il benservito non lascia dubbi al riguardo: “Gli organi societari competenti hanno preso la decisione di terminare, con effetto immediato, ogni rapporto tra Pietro Berardi, il club e le società appartenenti al gruppo”. Un licenziamento in piena regola.
Se poi servisse qualche elemento in più, basti pensare che, insieme a lui, sono stati silurati anche i suoi due “fedelissimi”: Giovanni Poltronieri, che aveva un incarico da direttore delle acquisizioni, e Simone Colombo, capo delle risorse umane. Entrambi li aveva voluti Berardi.
La versione ufficiale è di una “divergenza di vedute“, e non è difficile crederlo visto che per lo stesso motivo si erano interrotti rapporti con altri dirigenti. L’ultimo ad aveva fatto infuriare anche Mourinho: “Sono convinto che resterà“, avevo detto, incassando la risposta velenosa dello Special: “Lo dice lui…”.
Berardi aveva a lungo difeso posizioni in Lega contro l’amministratore delegato De Siervo, fatto asse con Scaroni del Milan e Barone della Fiorentina e recentemente era stato protagonista di un duro scontro, arrivato a sfiorare il contatto fisico, con il vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia.