La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – È finita malissimo, con l’esonero arrivato mezz’oretta dopo il fischio finale di Roma-Bologna. Sta di fatto che Ivan Juric non è più l’allenatore dei giallorossi. Fatale l’ennesima sconfitta arrivata per 2-3 contro gli emiliani. Ieri prima della partita Juric ha preferito non parlare sapendo che il suo destino era già segnato. A prescindere il croato sarebbe andato via: troppi risultati deludenti e troppo il distacco con giocatori e tifosi.
Così a fine gara è stato Dan Friedkin a chiamare Juric per informarlo. L’ex Torino si è poi chiuso dentro allo spogliatoio dove ha parlato alla squadra. Avrà sbagliato, ma non è mai stato messo nelle condizioni di poter lavorare.
Alla fine poi è toccato nuovamente a Florent Ghisolfi parlare: “Juric ha dato il meglio di sé. Ci prendiamo qualche giorno per riflettere. Il momento è complicato, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Chiediamo scusa ai tifosi che stanno soffrendo”. Poi la domanda sull’ipotesi che mandare via De Rossi sia stato un errore: “È il senso della storia di oggi. Il mio futuro? Oggi non è importante, conta il club”.
Per la panchina della Roma il nome in pole resta quello di Roberto Mancini, che però vuole delle garanzie: contratto fino al 2027 e un progetto di ristrutturazione. Ieri ha iniziato a prendere piede anche l’ipotesi Rudi Garcia, che la Roma l’ha già allenata dal 2013 al 2016. Francese come Ghisolfi che però ha già le idee chiare su chi voler prendere: De Rossi. L’unico ostacolo è rappresentato dal dover convincere i Friedkin. Un’altra pista porta in Inghilterra e a Frank Lampard e Graham Potter. Infine Terzic. In settimana la verità…