Pagine Romaniste (R. Gentili) – “Il lupo perde il pelo ma non il vizio”. La Roma cambia pelle indossano la nuova maglia home, ma non la masochista abitudine di cadere – anche se in piedi – contro squadre già retrocesse. Non è come lo scudetto perso con il Lecce nel 1986, ma il pareggio contro il Venezia – in B dopo il pareggio tra Empoli e Salernitana – è tra le pagine nere della stagione.
In svantaggio dopo appena 50 secondi con il gol di Okereke – ancora lui – la Roma sognatrice che pensa a Tirana ci mette una partita intera per acciuffare un misero pareggio, arrivato col tap-in di Shomurodov. L’Europa League ora rischia di non essere raggiunta. Un paradosso per chi potrebbe alzare un trofeo europeo.
Ibanez sbaglia la marcatura su Okereke, Kumbulla e Smalling prendono il controllo ed evitano altri annebbiamenti. Veretout dura un tempo, ben giocato, mentre Cristante è la solita garanzia di costanza: sua la verticalizzazione del pareggio. Un pari firmato Shomurodov – troppo sfruttato da subentrato – ma firmato sicuramente da Pellegrini.
Il capitano giallorosso si è preso sulle spalle la squadra portandola vicino al gol – maledetto incrocio dei pali – ma aiutandola ad acciuffare il pareggio. Che aveva provato a fornire ad Abraham, offuscato dalla stanchezza al momento di calciare.
LE PAGELLE
Rui Patricio 6 – Non fa in tempo neppure ad arrivare in porta che è già costretto a raccogliere dalla rete la spizzata di Okereke. Il Venezia non si presenterà più.
Kumbulla 6 – Rimpiazza Mancini, portandosi però sulla sinistra. Imbambolato come i compagni sul vantaggio, talvolta irruento negli anticipi: da uno nasce però l’azione che Abraham non sfrutta. Mantiene poi la posizione con intelligenza. È costretto ad abbandonarla per spazio ad El Shaarawy, una delle carte di Mou per la rimonta. (Dal 46’ El Shaarawy 5,5 – Faraone gondoliere, l’energia e gli scatti portano al pareggio. Che poteva essere vantaggio se non avesse tirato addosso a Maenpaa, già a terra).
Smalling 6,5 – Colpito a freddo, scalda il motore e non sbanda più. Irrompe nel gioco veneto con convinzione e senza annunciare l’arrivo, strappando palloni a centrocampo come all’ingresso in area. Brilla la giocata in un fazzoletto di campo, sulla fascia destra, dopo un recupero ad inizio partita.
Ibanez 5,5 – Gli sfugge Okereke sul vantaggio, poi dà segnali di presenza.
Maitland-Niles 5 – Esce dai box per far rientrare Karsdorp. I primi cross non vanno ai compagni, ma solo sulle spalle degli avversari. La sveglia suona a fine primo tempo, quando Mourinho però la spegne puntualmente: il cross per Abraham e il tiro dalla distanza non bastano per farlo restare nella ripresa. (Dal 46’ Karsdorp 6 – Nell’incrocio tra ex Feyenoord contro Haps, trova spesso la profondità cambiando l’inerzia della fascia).
Cristante 6,5 – Il cross del vantaggio nasce davanti a lui. È il primo a chiamare la reazione dei compagni, sostenuta dal solito apporto. Imposta per verticale il righello, con la squadra raccoglie palloni e con il metro cerca il tiro che si stampa sulla traversa. Traccia la linea del pareggio.
Veretout 6 – Dovrebbe esser stata l’ultima gara all’Olimpico, salutato con una prestazione che non faceva da tempo. Črnigoj rema davanti a lui per portare il vantaggio sulla gondola. Nell’elettrocardiogramma personale i valori alti sono più per il primo tempo che per la ripresa. Negli iniziali quarantacinque minuti è sempre presente in costruzione, cercata di assemblare sulla catena di montaggio di sinistra. Un paio di tiri potenti ma centrali, lunghi gli angoli calciati. Sparisce nella ripresa e viene chiamato in panchina. (Dal 60’ Shomurodov 7 – Porta la Roma fuori da vergognose acque riavvicinandola ai canali europei. Tasta il feeling con la porta con un tiro di testa prima di mettere in rete un pareggio a dir poco prezioso, nato anche da elegante tocco di prima per Pellegrini. Sfiora il raddoppio, mancandolo – due volte – per una questione di centimetri).
Spinazzola 6,5 – L’ultima davanti all’Olimpico della stagione, almeno con la Roma fisicamente in campo, è la prima da titolare dopo l’infortunio. Assaggiato il campo a Firenze negli ultimi minuti, oggi se lo gode dall’inizio. Delizia con la specialità di casa: punta l’uomo, finte per andare sul sinistro e pennellare cross, più schizzi – e ci mancherebbe – rispetto a ciò che sa fare. Qualche volta è spaesato, ha il tempo per risentire sapore di casa. (Dal 46’ Zalewski 6,5 – Si accentra per lasciare El Shaarawy da solo sulla sinistra. Nel poker di traverse c’è anche la sua).
Perez 6 – Entra bene in partita dalla mezz’ora dopo un solo strappo e qualche errore. Fa lavorare Maenpaa con un insidioso tiro su punizione – da lui guadagnata dopo uno strappo – troppo centrale. Difetta nei controlli dei palloni che gli capitano, rimanendo però col capo alto. (Dall’83’ Volpato 6 – Non va come contro il Verona).
Pellegrini 7 – Quella fascia gli dà energie esclusive. Centra la traversa su punizione nel primo tempo, la lambisce – ad essere generosi- alla ripresa ma non entra. Prova a far passare il gol sul piede di Abraham: Tammy è però addormentato. Non lo è Shomurodov che è freddo a segnare dopo che un suo tiro era finito su Maenpaa. Inestimabile il valore della scivolata nel 2 vs 1 a fine partita.
Abraham 5 – Indeciso fino all’ultimo se aprire l’invito di Pellegrini, il messaggio che poteva portare al pareggio è letto e rubato dalla scivolata di Caldara. Mourinho gli dice di restare in avanti, ma l’energia è esaurita e non riesce a pungere. Neppure quando tenta di uncinare a mo’ di scorpione il cross del connazionale Maitland-Niles.
Mourinho 5,5 – Che la testa sia ormai a Tirana è praticamente evidente. La retrocessione matematica del Venezia lo induce a cambi di formazioni non sufficienti per chiudere la pratica nel primo tempo. Serve il carico pesante per acciuffare un grottesco pareggio.