La «poule scudetto Primavera» si regala anche il derby della capitale, difficile prevedere se stasera sbucherà anche quello di Milano. Roma e Lazio stropicciano Varese e Torino (la Juventus è altra pasta), la logica conseguenza è contendersi l’accesso alla finalissima. Due gare per la gioia di Zeman, Donadoni e Lotito: il boemo trova un mancino cileno dai piedi fatati, l’ex c.t. un portierino coi fiocchi, il presidente un nigeriano che, dopo capriole alla Martins, firma gol pesanti.
Il coniglio dal cilindro Troppo forte la Roma, troppo morbido il Varese lontano parente di quello che giocò la finalissima l’anno scorso. In soli 21′ Ricci (stupenda sassata da 25 metri) e Ciciretti (piazza di piatto in rete dopo un’incursione da sinistra di Piscitella) regolano la pratica. Dopo il riposo strappa applausi Pigliacelli (pronto a salutare per andare al Parma): quattro paratone su Turlan e Zamble (prende anche una traversa) per negare la gioia del gol. Il Varese non sfrutta il calo romanista, Nico Lopez entra e firma il gol più bello chiudendo i giochi: finta, dribbling fulmineo, corto, chiuso dal rasoterra del 3-0. Ma firma anche l’assist-gol per Frediani. Il «coniglio» (è il soprannome di Lopez, per i denti sporgenti), ha realizzato 17 gol in 13 gare, la maggior parte iniziate in panchina. Mancino, scoperto dal d.s. Sabatini, il divorzio dal Nacional Montevideo gestito in modo indolore. Zeman gli aveva tolto Caprari davanti prendendolo a Pescara. Ora lo trova a Trigoria per svezzarlo.
Emmanuel contro tutti Il Toro è infilzato, a spingerlo fuori dall’arena ci pensa un torero nigeriano, Sani Emmanuel, portato a Formello da Taribo West e che nel Mondiale Under 17 del 2009 fu eletto miglior giocatore. Più che Torino-Lazio, il primo tempo sembra Emmanuel contro tutti. Sblocca la gara dopo 4′ (stupenda finta, da ubriacare i centrali e infilare il rasoterra che manda la palla dove è imprendibile); la chiude con una zampata, colpendo al volo davanti Gomis a margine d’una azione corale. Bravo Emmanuel, bene la Lazio di Bollini che sta in campo come una squadra di grandi. Possesso palla pulito, nessuno strappo nella manovra, eleganza e pragmatismo. Il Torino gioca solo a sprazzi, ballerino in difesa e con un tridente spuntato. Solo Pinelli regala un guizzo deviando sotto porta, ma quando è troppo tardi. Emmanuel aveva già deciso tutto, e non ha festeggiato col doppio salto mortale alla Martins come fece nel derby di campionato due mesi fa. Vuoi vedere che ha conservato il guizzo per martedì sera a Gubbio?
Gazzetta dello Sport – G. Imparato