La Gazzetta dello Sport (G.B. Olivero) – Arriva la primavera e c’è sempre la Roma. Per il quarto anno consecutivo la squadra giallorossa è tra le otto migliori della sua coppa europea e a questa striscia vanno aggiunte la semifinale in Champions del 2017-18 e la piacevole abitudine, dal 2014-15, di arrivare sempre almeno agli ottavi. Le sfide decisive sono spesso indirizzate dagli episodi e dalle giocate dei fuoriclasse, ma la continuità è un valore prezioso che va evidenziato.
Ieri, contro un Brighton coraggioso ma impreciso negli ultimi venti metri, la Roma ha gestito con intelligenza la gara concedendo poco alla pressione avversaria. Che fosse un Brighton diverso rispetto all’andata si intuisce in fretta: partenza impetuosa, grande aggressione, molta verticalità. La squadra inglese non è strutturata per il doppio impegno e ha limiti individuali evidenti, ma grazie alle idee di gioco ha saputo meritarsi l’avventura europea vivendola poi nel modo migliore: più di così era difficile fare.
La Roma si difende con ordine: quando il Brighton costruisce dal basso i giallorossi si piazzano con il 4-4-2, quando invece gli inglesi avanzano sulla trequarti Zalewski si abbassa per comporre una linea a cinque. Le ondate del Brighton non scompongono più di tanto la Roma.