Roma, è un attacco che va a mille. Spalletti deve solo scegliere i gol

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La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Il grande dubbio di Spalletti sarà sino alla fine se giocare il suo primo derby dal ritorno in giallorosso con i tre attaccanti veloci o, invece, affidarsi al centravanti di ruolo, quell’Edin Dzeko che in nazionale sembra tornato a splendere. A prescindere da cosa decida il tecnico toscano, di certo però c’è una cosa: a Trigoria in questi giorni sta ritornando un bel carico di gol. E anche tante motivazioni in più. Non fosse altro perché tutti i giocatori offensivi impegnati in giro per il mondo con le nazionali hanno trovato la gioia del gol: Salah con l’Egitto in Nigeria, El Shaarawy che ha salvato l’onore dell’Italia in Germania, Dzeko e Pjanic che hanno lanciato la Bosnia in Svizzera (con Miralem che aveva segnato anche contro il Lussemburgo).

STILE SLAVO – Già, Miralem Pjanic, l’uomo che tra questi quattro è quello già con una lunga storia da derby, se non fosse altro per quel gol su punizione nel 2012-13 che non valse la salvezza per la Roma (k.o. per 3-2), ma di sicuro molti insulti in diretta televisiva a Zeman. «Quando hai un giocatore dalla classe di Pjanic diventa tutto più semplice. Nelle ultime due partite ha segnato due grandi gol», ha detto Vladimir Petkovic, tanto per restare in tema, oggi c.t. della Svizzera e all’epoca di quel derby lì seduto sulla panchina della Lazio. Con Pjanic in Svizzera ha brillato anche Dzeko, autore di un gol d’autore, un po’ come sognano da tempo a Roma. Dzeko fino alla fine sarà proprio il grande enigma, l’ago della bilancia. Con lui più facile che Spalletti scelga il 4-2-3-1, senza dovrebbe essere 4-3-1-2. E magari il ricordo del gol dell’andata (segnato su rigore) potrebbe dargli un’ulteriore iniezione di fiducia. Nel frattempo, si è consolato con la 46a rete con la Bosnia, diventando in assoluto il miglior marcatore della ex Jugoslavia (Davor Suker della Croazia era fermo a 45 centri).

I DUE FARAONI – Un ricordo del derby dell’andata ce l’ha anche Mohamed Salah, costretto ad uscire per una bruttissima entrata di Lulic sulla caviglia destra che gli è costata oltre un mese di campionato. Dopo quell’infortunio Salah ci ha messo un po’ a tornare quello di inizio stagione, ma quando ci è riuscito ha ripreso ad essere decisivo come prima. Ed esattamente come lo è stato anche in Nigeria, segnando il gol del pari del suo Egitto e rischiando anche di raddoppiare (fermato dal fischio finale in contropiede a campo aperto). Salah sarà l’ultimo a tornare a Trigoria, a differenza invece dell’altro faraone, Stephan El Shaarawy, una delle poche note positive dell’Italia in Germania. «Non vedo l’ora di giocare il derby di domenica, ho già segnato in quello di Milano e fu una bellissima emozione — ha detto Elsha a fine gara in azzurro —. Spalletti? È un tecnico preparato, davvero molto bravo». E non c’è opportunismo nelle sue parole, ma solo riconoscenza. Spalletti, infatti, è l’allenatore che l’ha restituito alle grandi platee e che probabilmente lo proietterà anche in Francia. Prima, però, c’è ancora un derby da giocare.

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