Il Messaggero (S. Carina) – Un’estate a inseguire Morata, Arnautovic, Scamacca, Marcos Leonardo e per ultimo Zapata. Domenica, però – con la caccia al centravanti ancora aperta – tocca a Belotti. Sì al Gallo, all’attaccante che prima di approdare alla Roma era stato capace di segnare 106 gol in serie A, raggiungere al Torino la valutazione di 100 milioni, esser richiesto al Tottenham da Mourinho, lo stesso che lo ha poi riabbracciato a Roma.

Che fine ha fatto? Una stagione sbagliata può capitare. Meno chiudere un’annata con una media di 0.5 tiri a partita. Tanti quanti Mancini, che di professione fa il centrale difensivo, meno di Camara Solbakken (rispettivamente a 0.6 e 0.7). Lo zero in campionato, alla voce marcature, è stata la logica conseguenza. L’occasione, però, è arrivata. È quella di domenica, con la Salernitana. Tocca a lui, per mancanza di interpreti. Non il massimo ma non è il momento di stare a sindacare.

Perché per togliersi da questa situazione, è paradossalmente semplice: serve un acuto, un gol, i tre punti. Non per ribaltare le gerarchie perché Pinto il centravanti alla fine lo comprerà. Ma per tornare a sentirsi vivo, utile, decisivo. In estate – al di là di qualche frecciata mirata da parte di Mourinho che poi pubblicamente lo ha invece difeso – è quello che nella rosa ha giocato di più: 468′ sui 606 totali della Roma (la prima gara con la Boreale è infatti durata 66′).

Ha fatto la preparazione senza intoppi, segnando 4 reti, l’ultima a Tirana con un bel diagonale. Ed è proprio in Albania che ha dato segnali di risveglio. Non per il gol ma per il gesto di stizza che ha avuto a metà ripresa, quando il portiere del Partizani gli ha negato la doppietta. Dopo un’estate silenziosa, per certi versa abulica, Andrea ha dato finalmente un segnale di vita. Ed è da quello, più che dalla rete segnata, che deve ripartire. Anche perché stavolta, i problemi fisici per non aver svolto la preparazione non dovrebbero porsi. Si è sempre allenato non lamentando mai noie particolari.

E se sta bene, il Gallo normalmente parte forte. Negli ultimi tre campionati con il Torino, per due volte Belotti ha segnato al debutto. E quando non lo ha fatto, stagione 2020-21, ha iniziato alla seconda raggiungendo quota 6 centri alla quinta giornata. Specializzato, quindi, in partenze sprint. Ed è quello che servirebbe a lui e alla Roma.

Sono 15 i mesi in cui Belotti non segna in A, dopo il primo campionato a secco della sua carriera. Ad oggi è suo il record negativo in giallorosso di partite senza reti per un attaccante (31) ma non di minuti giocati. Peggio di lui senza gol a livello di minutaggio fece Renato Portaluppi (1543 a 1134 minuti). È tempo di ripartire. Di mettersi tutto alle spalle. Alla Salernitana ha già segnato (gol vittoria nell’aprile del 2022). Il bis va cercato e trovato.