Il Messaggero (A.Angeloni) – I dubbi non erano sul risultato, ma sulla Roma, sulla prestazione, sulle seconde linee e la loro crescita. Sarà capace di reagire subito dopo la sconfitta nel derby e allo stesso tempo applicare un doveroso turnover? Questa era la domanda. Successo e reazione. Contro un avversario, prevedibilmente, non eccezionale. Zorya battuto 3-0 e primato nel girone, come da programma.
Mourinho va avanti con le sue certezze, ci sono i titolari e ci sono quelli che non sono proprio adatti a lui: Villar, Reynolds e Diawara, ancora un no grazie. Nemmeno in questa fase, usata da molti per il turnover o la sperimentazione. Al posto dello spagnolo c’è l’ottimo Darboe, come terzino destro viene preferito Ibanez e per il guineano c’è Cristante, che comincia a barcollare per la fatica, giocando anche stavolta l’intera partita. Segnali chiari, insomma, su gerarchie e preferenze. L’attacco continua a ruotare, l’alternanza penalizza solo Mayoral, mentre El Shaarawy, Shomurodov e Perez mettono minuti, lo stesso vale per Smalling, Kumbulla e Calafiori.
Avanti con tredici, quattordici fedelissimi al massimo, questa è la foto del momento e del futuro prossimo. La Roma rischia di stare in apnea fino a gennaio e amen. Mou nemmeno in partite come questa tralascia i titolari, che in panchina si rilassano troppo. Ed ecco che Zaniolo e Abraham assaggiano il campo per una mezz’ora buona. Proprio con l’artiglieria pesante, la Roma trova lo scatto vincente. L’importante è che ci sia la Roma, con le sue (poche) opzioni.