REPUBBLICA.IT (M. PINCI) – Cosa serve per garantirsi un selfie da migliaia di retweet che ha fatto il giro del mondo? No, non basta un ottimo soggetto, e neppure un’eccezionale motivazione. Serve arrivare alla soglia dei quarant’anni con l’entusiasmo di un ragazzino e un corpo capace di paralizzare le lancette del tempo che scorre. Serve, e non c’è modo migliore per dirlo,essere Francesco Totti. Un ragazzino capace a 38 anni, 3 mesi e 15 giorni di rovesciare un derby perso trasformandolo nel proprio palcoscenico, riequilibrandolo in un pareggio inimmaginabile quella che sembrava destinata a diventare una disfatta epocale. Cancellando un primo tempo disastroso che aveva sollevato persino dei dubbi sulla sua utilità.
Possibile, se di te stesso mantieni una cura maniacale. Possibile se dopo una carriera di trionfi – ma meno di quanti il tuo talento avrebbe meritato – sudi ancora per tutta la settimana tra rinunce e sacrifici. Una colazione leggera aTrigoria, nel bar del centro sportivo con pane e marmellata e qualche quotidiano. Poi tanto pesce, un po’ di carne bianca, ma senza superare i 140 grammi di proteine. Verdure, frutta e poca pasta, non più di 80 grammi, le famose undici penne come racconta la moglie Ilary, perché i carboidrati vanno contenuti. Mai un ritardo nei pasti, si pranza tra la mezza e l’una, si cena alle 20, così magari c’è tempo per guardare un film sul divano con i figli o una puntata delle Iene in tv evitando di dormire con la digestione in atto.
Da qualche tempo, però, tra i segreti di Totti ne inizia a emergerne un altro. Una passione recente che non è solo passatempo, ma un vero e proprio divertimento allenante: il Paddle, variante del tennis giocata su campo ridotto e che consente la sponda sul muro. Francesco l’ha scoperto quasi per caso e ora non può farne a meno: nella sua nuova casa ha fatto costruire un campo da Paddle per non perdere mai l’allenamento, anche a Trigoria ne sorgerà uno su indicazione del capitano, che ne ha preteso uno nell’hotel che lo ha ospitato alle Maldive – è costato 40mila euro – insieme alla famiglia durante le vacanze invernali. Vacanze in cui il numero dieci romanista si è tenuto in forma anche giocando con il fratello e il padre a questa sorta di mini-tennis. Una pratica sottoscritta anche dai medici di Villa Stuart da cui Francesco è costantemente monitorato – soprattutto dopo gli infortuni al ginocchio che anni fa fecero temere per la sua carriera – e ovviamente dal fedelissimo Vito Scala, che lo segue da quando di Totti si parlava quasi soltanto nel raccordo Anulare. Preparatore personale, amico, confidente, braccio destro e punto di riferimento: uno dei segreti di Totti è anche lui, l’uomo a cui il fuoriclasse ha saputo affidarsi nella buona e nella cattiva sorte: dirlo negli anni in cui proliferano personal trainer e mental coach fa un certo effetto, ma fu tra i primi calciatori italiani a intuire l’utilità di un preparatore personale, arrivando a portarlo anche in Nazionale e fin sul tetto del Mondo a Berlino nel 2006. Anche Scala, in fondo, ha contribuito a migliorarne le ultime stagioni consigliandogli quel pit-stop estivo che ogni anno lo aiuta ad affrontare al meglio la stagione.
Se a 38 anni Totti sa ancora fare la differenza è anche grazie al soggiorno di una settimana nella clinica di Henri Chenot a Merano. Sette giorni prima di iniziare il ritiro con i compagni, per perdere i chiletti in eccesso che l’estate tende a portare e depurarsi, tra tisane e massaggi drenanti, erbe officinali e una dieta ancora più stretta di quella che lo accompagna durante l’anno. I risultati? Un selfie sotto la curva sud dopo una doppietta nel derby. A 38 anni, e con ancora il sogno di uno scudetto da inseguire. Se avete coraggio, provate a chiamarlo vecchio.