Leggo (F.Balzani) – Facce serene, allenamento col gruppo, i soliti scherzi a Pjanic e Maicon e addirittura foto coi compagni al termine della seduta. Non sono passati due mesi ma appena 24 ore dalla grande esclusione, da quando Spalletti ha depennato il nome di Totti dalla lista dei convocati contro il Palermo. Nel lunedì più anomalo della sua carriera Francesco si è presentato a Trigoria dove – come spesso capita – è arrivato per primo e andato via quasi per ultimo senza fermarsi a parlare con i (pochi) tifosi e i (tanti) giornalisti. Il mezzogiorno di fuoco vissuto sabato e domenica non è stato replicato: Totti non ha parlato con Spalletti né coi dirigenti. «Una normale giornata di lavoro», fanno sapere da Trigoria. Ma ha ricevuto l’affetto di molti compagni tra cui De Rossi che domenica ha deciso di stare con lui prima e durante il match.
Poi il capitano ha disputato e vinto la partitella insieme agli altri esclusi e tirato fuori un sorriso amaro nella foto postata da Zukanovic. Tutto passato? Così sembrerebbe e vorrebbe far sembrare la Roma apparentemente stupita dal clamore dato dai media. In realtà il rapporto tra il capitano e il club resta gelido così come quello con Spalletti che però negli spogliatoi dell’Olimpico ha provato a scogliere il ghiaccio con qualche battuta. Il tecnico è orientato a dargli una maglia a Empoli. Più difficile ricucire lo strappo con la società da qui a giugno quando al numero dieci scadrà il contratto da calciatore. «Non esiste un caso Totti», minimizza Baldissoni mentre Pallotta ha ribadito in un’intervista al Corriere dello Sport di stare con Spalletti: «È il nostro allenatore e non è assolutamente vero che ha mancato di rispetto a Totti. Da quando è arrivato sono cambiate, in meglio, tantissime cose. Non solo nella gestione della squadra in campo. Nessun giocatore viene prima degli altri. La reazione di Francesco mi ha sorpreso, non me l’aspettavo, ma per una parte l’ho capita: è un grande giocatore, ha fatto la storia della Roma, adora competere, è una superstar. Parlerò del suo futuro con lui così come con Sabatini a breve». Ovvero i primi di marzo. Difficile trovare un accordo. In caso di rottura resterebbero due possibilità: accettare il ruolo da dirigente o andare in America o Cina. Nel frattempo il nome Totti continua a stare sulla bocca di tutti. «Il comportamento di Francesco è inaccettabile, capisco Luciano», le parole di Prandelli. Più soft Mancini: «Spero la frattura si possa ricomporre, ma Spalletti è l’allenatore». Corvino, ds Bologna, non ha dubbi: «Ma quale Totti o Spalletti. Le responsabilità sono della società». Ancora più duro lo striscione apparso ieri sui cancelli della Curva Sud: «Prima lo stemma, poi le barriere. Ora il capitano. Adesso basta!».