(Repubblica.it – M. Pinci) I giallorossi non smettono di crederci, e per sperare nel clamoroso aggancio ai bianconeri possono puntare su un dato significativo: soono secondi in Europa, con bavaresi e catalani, per passaggi concretizati, ha fatto meglio solo il Psg. Verso il ritorno con il Napoli, Destro in pole per un posto in attacco.
ROMA – Il pareggio di Juanito Gomez al 92′ di Verona-Juventus manda di traverso un derby dominato senza riuscire a rompere la diga biancoceleste. I bookmakers lasciano invariate le quote scudetto, bianconeri favoritissimi a 1,10, sei volte più alta la quota per i giallorossi. Eppure Garcia non ha smesso di crederci: il volto teso, nervosissimo a fine partita. Nella dialettica continua a volare basso, ma al titolo crede eccome, e con la squadra si è fatto sentire. Il motivo? Una Roma sempre padrona del campo.
SULLA SCIA DI BAYERN E BARÇA PER INSEGUIRE LA JUVE – Chi avrebbe detto in estate che la Roma di gennaio potesse saper tenere il pallone quanto i Real? O saper palleggiare come Barça e Bayern? Nove punti di stacco dal primo posto lasciano poco spazio per “l’ambizione” di Garcia. Ma la Roma di oggi è la squadra della serie A più “simile”, per caratteristiche tecniche e scelta di gioco, alle grandi d’Europa. Lo dicono i numeri: il miglior possesso palla del campionato, la più alta percentuale di passaggi riusciti, il maggior numero di passaggi corti effettuati. Come a dire che la squadra di Garcia non rinuncia mai a tenere il pallone tra i piedi. Una tendenza comune a squadre come Bayern, Barça, Psg e Real, e nel solco di queste si muove l’undici romanista. I giallorossi sono secondi in Europa (dati opta) per la percentuale di passaggi concretizzati: 88,6%, come Bayern e Barcellona, un’unghia soltanto meno del Psg, leader continentale della specialità
(88.7%). Il dato da solo vale poco. Ma la Roma lo associa a una straordinaria capacità di tener palla, controllare il gioco: in Europa è settima, primissima in Italia. Soprattutto in casa dove Strootman&c. mantengono il pallino della manovra quanto il Real di Ancelotti. Il limite, semmai, è la capacità di finalizzare: solo 16 conclusioni a gara, più di Barcellona e Psg, ma meno di Bayern e Real, Dortmund e City, Chelsea e Liverpool, anche di Juve e Milan. Questo l’elemento su cui Garcia dovrà lavorare per inseguire l’impresa impossibile di avvicinare la Juventus.
DESTRO UOMO DI COPPA – La rincorsa, però, dovrà attendere qualche ora: prima sulla strada della Roma il Napoli di Benitez, ultima porta verso la finale di coppa Italia. E Garcia, che appassionato di turnover ha dimostrato concretamente di non esserlo davvero, può scegliere di affidarsi a chi le ultime gare le ha viste soprattutto dalla panchina. Mattia Destro.Un impatto devastante sul campionato dopo il rientro dall’infortunio, 3 gol nelle prime 3 gare. Poi non tantissimi minuti, e una sola altra rete. Ma la coppa Italia è il suo terreno di caccia preferito: 7 reti in undici gare, realizzate con 3 maglie diverse, quelle di Genoa, Siena e Roma. Addirittura 3 gol tra andata e ritorno in semifinale (doppietta a San Siro) con l’Inter lo scorso avevano trascinato la Roma alla dolorosissima finale con la Lazio. Mercoledì Garcia, in una Roma costretta a confermare gli acciaccati Maicon e Pjanic, potrebbe ripartire proprio da lui.