Roma, squadra d’assalto o da contropiede?

Pagine Romaniste (Y.Oggiano) – 241 tiri totali, 37 in più della seconda che è l’Atalanta. 69 in porta (soltanto dietro l’Inter) e ben 97 fuori dallo specchio (prima assoluta). La Roma, però, difetta sul fattore offensivo. Questi numeri da capogiro sono accompagnati da soltanto 23 gol fatti: settima nella graduatoria e 1,77 reti di media a partita. Durante le partite della squadra di Mourinho si nota distintamente una cosa: tantissimi tiri, ma pochissimi nello specchio e molte volte anche da posizione ghiotta (pensiamo a Roma-Napoli con Abraham e Mancini).

La Roma spesso e volentieri domina il gioco con un possesso palla (settima nella classifica specifica), però, che appare sterile con gli avversari che si chiudono a riccio facendo una sorta di catenaccio. Una domanda, quindi, sorge spontanea. I ragazzi di Mourinho sono nati per dominare le partite o per pungere in contropiede? L’ultima contro il Genoa andrebbe verso questa direzione. Il primo gol di Felix nasce da un grande break di Mkhitaryan con la difesa ligure completamente spiazzata. Il secondo, invece, un ottimo recupero palla sulla trequarti con conseguente spazio davanti.

Anche altri gol della Roma nascono con ripartenza e/o recupero veloce del pallone. Con la Fiorentina il gol del 2-1 arriva grazie ad un contropiede di Mkhitaryan e scambio con Abraham. Stessa cosa per la rete che chiuse la partita sul 3-1 con una difesa di Shomurodov ed imbucata rapida. Quando invece la Roma comincia a fare un lungo possesso palla fatica a trovare spazi e soprattutto la porta perchè costretta, anche, a tirare da lontano. Con giocatori veloci, potenti e tecnici imbastire un contropiede sarebbe anche facile e produttivo. Che sia la soluzione giusta insieme a questo cambio di modulo? Soltanto l’andamento della stagione ce lo dirà.

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