Pagine Romaniste (R. Gentili) – Ricompostasi dopo la sofferenza patita mercoledì a Budapest, la Roma centra l’ultimo obiettivo rimasto: la qualificazione in Europa League. L’Olimpico riaccoglie la squadra dello squalificato Mourinho, manda messaggi poco edificanti a Taylor e ricorda De Falchi, con i Fedayn che hanno esposto una dedica nello storico muretto. I 60.000 consentono alla Roma di raggiungere la qualificazione nella prossima Europa League. Chissà, magari per ritentare quello che la malasorte, imprecisione ed arbitro hanno tolto.
Applausi per tutti, non per Wijnaldum che viene fischiato all’annuncio delle formazioni. Poi, dopo cinque minuti, c’è il fulmine a ciel sereno. Su schema da palla inattiva, arriva il vantaggio dello Spezia. Reca lancia da lontano, Zalewski segue palla che devia non nel migliore dei modi e sui piedi di Bourabia: cross sul secondo palo, Nikolau passa dietro Belotti – applaudito nonostante il conta gol mai attivato in campionato – e batte Svilar.
Alla stanchezza e alla sofferenza, si aggiunge ora la necessità di un ulteriore sforzo. Dopo dieci minuti il primo squillo: Celik appoggia dietro per El Shaarawy, che di prima da fuori area gira trovando però la traversa. Un paio di tiri fuori di Dybala, uno di Mancini ma poi ecco il gol. Zalewski si fa perdonare la sbavatura: mette in area un tiro-cross, solamente sfiorato da Bove e finito in rete.
Zale, in fiducia, crea anche una chance per Pellegrini: il cross è sporcato dall’uscita di Zoet, ma arriva comunque a Pellegrini, non riuscito a trovare la giusta coordinazione. Ci prova Dybala, eroico: la palla va fuori di poco. Zurkowski sfiora il gol del sorpasso da ottima posizione, cui fa seguito l’ennesimo episodio arbitrale: Reca tocca Dybala, Maresca ed il Var non notano nulla di irregolare. Negli ultimi minuti Zoet tiene fuori dalla porta una palla vagante. Ma la fine è di festa: Wijnaldum prolunga per El Shaarawy, atterrato in area. Dybala dal dischetto porta la Roma in Europa League, a discapito dell’ex Juve.
LE PAGELLE
Svilar 6,5 – Resta tra i pali dopo Firenze, per la prima volta in campionato all’Olimpico. Il primo tiro è il gol ligure: segue l’azione, non riuscendo a trovare il tempo per intervenire. Che trova per una buona uscita bassa ad inizio secondo tempo. Allontana il pareggio.
Celik 6 – A tutta fascia, è al centro quando Nikolau impatta di testa. Appoggia per El Shaarawy, che spedisce sulla traversa. Arriva nella metà ligure poche volte, quindi ad inizio ripresa in panchina. (Dal 46’ Llorente 6,5 – Tiene composta la difesa, sfiora il gol).
Smalling 7 – Rimanda indietro ogni pallone che gli arriva. Ancora vicino alla rete.
Mancini 6,5 – Rialza il capo dopo la finale vissuta, nel bene e nel male, da protagonista e va a sinistra. Non corrode la difesa, manda alto il velleitario tiro dopo la mezz’ora. (Dall’80’ Wijnaldum 6,5 – Fischi per quella che molto probabilmente è stata l’ultima partita. Fa scorrere palla verso ElSha, atterrato in area. Chiude con qualità, almeno oggi).
Zalewski 7,5 – Gli viene concessa la titolarità, è il protagonista del primo tempo. E non solo. Un assist, non voluto, ma poi un gol ed una possibilità di raddoppio spenta. Respinge, non bene ma come può, il cross da cui arriva l’immediato gol ligure. Capito di non riuscire a trovare Belotti, si adopera per risollevare il risultato. Lo fa personalmente: il tiro-cross indirizzato sul secondo palo va dritto in rete. Arriva al tiro dopo una rimessa da lui stesso guadagnata. In avvio di ripresa, mette il bastone tra le ruote a Gyasi, intento a calciare da dentro l’area. Elegante palla al piede.
Cristante 6,5 – Il riposo, questo sconosciuto. Stremato mercoledì, è ancora in campo. Agisce da play, tiene in gioco Nikolau. Lui ne crea, per quanto riesce. Vede soprattutto a sinistra, come quando allarga per Zale che andrà poi in rete. Sullo stesso lato, nella ripresa, si lascia andare a sorprendenti dribbling.
Bove 6,5 – Asciugate le lacrime scese a iosa a Budapest, nell’ultimo atto è protagonista dall’inizio. Fa tutto quel che è nelle sue corde per rendere pericolose le offensive. Corre, a destra ed al centro: sfiora il cross teso di Zalewski, entrando ancor di più tra i migliori. (Dal 63’ Matic 6,5 – Mantiene lo stesso livello della stagione).
El Shaarawy 7 – Chiude dal primo minuto, in attesa di capire gli scenari futuri. La partenza è sprint: dà a Pellegrini la chance di calciare, commette il fatto da cui arriva il gol. Il primo urlo della riscossa è il suo: di prima, da fuori area, gira e colpisce la traversa. Vicino a Zalewski nel pareggio, rimedia il rigore del sorpasso.
Pellegrini 6 – Dolorante, nel fisico e nel cuore, l’amore per la maglia gli fa stringere i denti. Forse troppo, perché è palese come stia scavando nel fondo della riserva. Calcia su un avversario ad inizio partita, che vive poi svolgendo il basilare. Zalewski, e la mano di Zoet, fanno arrivare un pallone difficile da mettere in porta, in bella vista ma impossibile da trovare. Resta nel vivo.
Dybala 8 – Commovente il pianto dopo aver visto svanire l’Europa League, lo è anche l’abnegazione. Tanto spirito di iniziativa, provata a tarpare con innumerevoli falli che lo portano alla reazione, dunque al giallo e alla squalifica per la prossima partita di campionato. Si prende sul groppone lo sviluppo offensivo, spesso facendo da sé faticando però a centrare la porta. I due tiri del primo tempo vanno alti, la serpentina al 60’ a lato di poco. Trasforma il rigore, ricevendo e ricambiando l’abbraccio al popolo giallorosso. Lode di Joya.
Belotti 5,5 – Nikolau, lui sì, segna davanti a lui. Manca all’appello quando deve mettere in pratica i compiti, termina la stagione senza aver trovato nemmeno un gol in campionato. Ma trova gli applausi dell’Olimpico. (Dal 63’ Abraham sv – Finisce nel peggiore dei modi una stagione complicata. Lanciato in profondità, in un contrasto rimedia un brutto infortunio alla gamba. Esce in barella. Dal 76’ Spinazzola 6 – C’è se serve).
Foti (Mourinho squalificato) 7 – Al comando per l’ultima curva, scala la quarta marcia. Poi, nella ripresa, una indietro: dentro Llorente, difesa di nuovo a 3. Foti non appare in panchina, con la guida di Nuno Santos – ammonito, giusto per mantenere le tradizioni – arriva un ricercato e fondamentale 2-1 che vale la qualificazione in Europa League.