Roma, solo un grido: Solbakken

Il Messaggero (A. Angeloni) – È la notte di un invisibile, si chiama Ola Solbakken, che prima di ieri aveva giocato solo sei minuti con la maglia della Roma. Sei, distribuite su tre partite. Lui è quello che non capiva dove fosse capitato; non sapeva distinguere un 3-5-2 da un 3-4-2-1. Insomma, un inadeguato, uno fuori dal contesto. Il norvegese contro il Verona, alla prima da titolare, mette il timbro sulla vittoria, con una rete da attaccante vero, per movimento e per il colpo, botta di sinistro a incrociare, di prima intenzione. Applausi.

Ola gioca poco più di un tempo, quanto basta per far capire a Mou che può contare su di lui. E’ la notte – macchiata da qualche coro contro i napoletani – anche di Rick Karsdorp, che aveva “tradito” (espressione eccessiva, mutuata da Mourinho, che aveva ammesso di aver esagerato) e che ora è utile e chissà, magari diventerà pure indispensabile.

È necessario. Anche lui fisicamente a mezzo servizio, ma ora è uno vero in più. E’ la notte di Leo Spinazzola, finalmente all’altezza. È la notte dei fantasmi, appunto, degli invisibili. Il Verona si batte così, nel pieno dell’emergenza, senza i tenori, Pellegrini e Dybala e poi anche Abraham, che dura quindici minuti. Tre punti pesanti, a pochi giorni da un match di Europa League, da dentro o fuori. La Roma resta con il Milan al terzo posto, a tre punti dall’Inter seconda. La Champions è lì, esiste.

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