Il Messaggero (U.Trani) – La notte di San Siro incorona la Roma. Che, confermandosi l’autentica rivale della Juve capolista (ancora a più 7), tiene aperto il campionato a 12 giornate dal traguardo: 3 a 1, meritato e coinvolgente, all’Inter. Risultato che è la sintesi della prestazione sontuosa dei singoli e dalla maturità certificata del gruppo. Prova di forza, per blindare il 2° posto staccando il Napoli (ora a meno 5) e avvertire la Lazio (mercoledì la semifinale d’andata di Coppa Italia), con il timbro del giocatore-simbolo: Nainggolan, che indirizza la sfida con una doppietta per tutti i gusti, vantaggio disegnato di classe e raddoppio di potenza, prima del gol di Icardi e del rigore trasformato da Perotti. Spalletti dà la solita lezione a Pioli che, come sempre presuntuoso, sbaglia la formazione di partenza, eccessivamente sbilanciata, e persevera durante il match: la corsa verso il podio per la Champions si interrompe sul più bello.
SUBITO A SPECCHIO – L’Inter spregiudicata e la Roma equilibrata: prima del via, è inequivocabile l’atteggiamento scelto dai tecnici. Che, pur scegliendo lo stesso sistema di gioco, utilizzano sulle corsie interpreti con caratteristiche differenti: Candreva e Perisic, cioè due esterni offensivi, Peres e Juan Jesus, quindi un terzino e un centrale. Nel 3-4-2-1 giallorosso manca Emerson: il suo provino in mattinata non ha convinto e quindi il mancino è finito in panchina. In quello nerazzurro, gli unici difensori sono Murillo e, per l’assenza di Miranda, D’Ambrosio che di solito gioca sulla fascia. Icardi, al rientro dopo i 2 turni di squalifica, può contare sulla presenza, alle sue spalle, di Joao Mario e Brozovic, oltre ovviamente alle ali Candreva e Perisic. Ma, già all’alba del match, è chiaro che la formula spregiudicata può rendere l’assetto vulnerabile.
TRACCIA INCONFONDIBILE – Pioli, insomma, prova a spaventare la Roma. Che, restando se stessa, non patisce il pressing degli avversari. Anzi, organizzata e aggressiva, riparte appoggiandosi a Dzeko che indica la porta ai suoi compagni. Salah chiama subito alla paratona Handanovic che però non arriva sul destro a giro di Nainggolan, ancora su apertura del centravanti. A centrocampo lo scontro è fisico e di qualità. De Rossi tira fuori tutta la sua esperienza per limitare il pischello Gagliarini, Strootman è padrone della sua zona e costringe Kondogbia ad arretrare. Nainggolan aiuta in fase di non possesso e con Salah è sempre pronto alla transizione rapida ed efficace. L’assetto, con il sacrificio di gruppo, garantisce compattezza. Nei pochi casi in cui si allunga, Fazio chiude su Icardi e soprattutto Manolas, pochi secondi dopo la rete di Nainggolan, a buttarsi con il corpo per chiudere la conclusione ravvicinata di Joao Mario. I giallorossi, nella prima parte, hanno la possibilità di concedere il bis: bravo Handanovic a distendersi sul diagonale mirato di Dzeko. Bene, a fine tempo, anche Szczesny sul tiro velenoso di Brozovic.
FISICO BESTIALE – L’Inter accelera dopo l’intervallo: destro di Candreva, ma Szczesny devia ancora in angolo. Ci prova anche Perisic: salva Peres. Pioli ci crede: dentro Eder per Brozovic. Ma paga subito la mossa. Alla prima transizione viene punito da Nainggolan. Che, prima di festeggiare con i tifosi giallorossi in estasi nel terzo anello sud, spara da fuori area il destro del 2 a 0: 12° gol stagionale (e 9° in questo torneo). Dentro Anche Gabriel Jesus per Candreva, Perotti per Salah e Banega per Joao Mario. Icardi segna a porta vuota su invito di Perisic. Spalletti sostituisce De Rossi con Paredes. Dzeko salta Medel che lo stende: Perotti trasforma il rigore (12° in campionato concesso ai giallorossi) del 3 a 1. L’attacco da 84 gol, insomma, non si placa.