Roma, serve la testa. Mou non vuole cali, per ripartire subito un fattore decisivo sono le palle alte

La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Ci vorrà soprattutto la testa. Intesa come concentrazione, applicazione, gestione dei momenti e scelta degli atteggiamenti giusti. Ci vorrà testa perché poi queste partite fanno la differenza e la Roma ha un bisogno assoluto di battere stasera il Lecce e cancellare subito la sconfitta di giovedì sera contro il Betis Siviglia. E magari la partita Mourinho la potrebbe anche vincere ancora una volta con la testa, stavolta inteso però come gesto tecnico, come colpo di testa, uno dei fondamentali su cui la squadra giallorossa è più forte e pericolosa in questo inizio di stagione. Finora, infatti, in questo modo in campionato sono arrivati i due gol di Smalling (contro Cremonese e Inter, entrambi decisivi per le vittorie romaniste), quello del 3-0 di Ibañez al Monza (a tutti gli effetti ininfluente sul risultato finale) e quello di Abraham in casa della Juventus (anche questo decisivo, per l’1-1 finale).

Insomma, i gol di testa finora sono valsi ai giallorossi già ben 5 punti in più. Del resto, la Roma da questo punto di vista non ha rivali in Italia, almeno fino a questo momento del torneo. In termini percentuali, infatti, in questa Serie A nessuno ha segnato così tanto di testa come la squadra di José Mourinho, che ha messo a segno con questa fattispecie il 40% dei suoi gol: 4 sui 10 realizzati. Alle spalle dei giallorossi troviamo la sorprendente Udinese (seconda con il 35,29%), poi Empoli e Verona con il 28,57% e il Napoli con il 27,78%. Un dato questo dei gol di testa che porta i giallorossi anche sul podio europeo, alle spalle degli spagnoli del Maiorca (66,67%) e dei francesi del Monaco (41,18%) e alla pari con i corsi dell’Ajaccio e davanti agli inglesi del Fulham (38,46%) ed ai tedeschi dell’Hertha Berlino (37,50%, poi troviamo il Tottenham di Antonio Conte con il 36,84%, l’Udinese appunto e il Friburgo con il 33,33%).

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