La Gazzetta dello Sport (A. Vocatelli) – In Europa hanno giocato Atalanta e Roma, con due 1-1 che hanno però un sapore completamente diverso. Malgrado le cose si fossero messe bene, con il “solito” gol di Lukaku, capace di sfruttare il primo pallone giocabile. A quel punto la squadra giallorossa, invece di provare a chiudere i conti, si è messa ad aspettare, finendo per incassare la rete del pareggio a inizio ripresa.
Un atteggiamento incomprensibile, considerando anche quello che stava succedendo sul campo parallelo, con lo Slavia addirittura sotto con lo Sheriff. La Roma invece di avvertire quanto fosse importante il momento, ha continuato nel suo calcio fatto solo di piccoli sospiri, senza mai trovare la rotta giusta. È finita con lo Slavia che, al contrario della Roma ha continuato a provarci, guadagnandosi un rigore proprio all’ultimo secondo. La dimostrazione che conta, eccome se conta, il carattere che spesso invochiamo. La Roma non è riuscita a vincere una gara che era assolutamente alla sua portata, mettendosi così nella condizione peggiore di classifica: adesso non ci sarà neppure la possibilità di giocarsela sulla differenza reti. Ma per evitare il play off con la retrocessa dalla Champions servirebbe quasi un miracolo.
Mourinho se l’è presa nel dopopartita con i giocatori, accusandoli apertamente di superficialità. Ma, e va detto, nella Roma c’è magari un problema di giocatori, ma anche di gioco. E non sempre, come è accaduto in campionato, possono essere i singoli a risolvere la pratica.