Il Messaggero (S. Carina) – Fa finta di nulla. Il chiacchiericcio fuori Trigoria gli è però arrivato. Dopo la brutta figura rimediata a Boras contro l’Elfsborg il fantasma di De Rossi, almeno nell’immaginario popolare, è tornato ad aleggiare sulla testa di Juric. Te l’aspetti quindi nervoso, ermetico, pragmatico più del solito. E invece Ivan pur avendo annusato l’aria da vecchio mestierante-prende tutti in contropiede. La sala conferenze del Bernardini è semivuota. Pochi giornalisti equivalgono a poche domande. E allora il tecnico di Spalato mostra anche un altro lato. Che forse definire empatico è troppo ma certamente risulta più conciliante. Spariti i “Non sono d’accordo” reiterati e scorbutici del post-gara dell’altra sera, stavolta, motiva meglio il suo moderato ottimismo:
“Abbiamo avuto 5/6 occasioni nitide, poi quando arrivi vicino la porta servono qualità e lavoro di postura, posizionamento. Su questo dobbiamo migliorare. Però i margini di miglioramento di cui parlo ci sono, nei movimenti, nel fatto che i calciatori fanno ciò che chiedo sia a livello di gioco sia a livello di aggressione“. La gara del pomeriggio è un bivio. Il tecnico ne è consapevole. Per questo motivo la definisce “una piccola finale”.