Roma sciupona, l’Atalanta vola alto

La Gazzetta dello Sport (V. Piccioni) – La differenza la fa Dybala. Una fitta al flessore della coscia sinistra costringe l’argentino ad arrendersi in pieno riscaldamento, a mezz’ora dall’inizio del match. Per la Roma è un’assenza che pesa come una montagna perché in questo momento la Joya è il finalizzatore più affidabile, l’uomo che sa spaccare le partite. Gli sprechi giallorossi consentono così a un’Atalanta cinica e tignosa di violare l’Olimpico e di confermarsi in vetta alla classifica.

A decidere è un gol giovanissimo, stramillennial visto che i due protagonisti sono nati nel 2003: il danese Hojlund esce dall’isolamento e dalla solitudine di una partita con poche opportunità e incarta un assist da applausi da destra, il suo coetaneo Scalvini trova un buco che gli consente addirittura di prepararsi la conclusione e di infilare con precisione chirurgica proprio l’angolino alla sinistra di Rui Patricio.

Ed è proprio nella fase finale del primo tempo, a gol appena subito, che c’è il momento migliore della Roma. Che sciupa almeno tre occasioni d’oro in un pugno di minuti. Soprattutto la prima con Abraham che spreca a lato praticamente a tu per tu con Sportiello, entrato quasi subito per l’infortunio a Musso (rottura dello zigomo in uno scontro aereo con il compagno di squadra Demiral). Proprio il portiere subentrato si supera a distanza ravvicinata sul lanciatissimo Ibanez e ancora su Abraham imbeccato da Matic.

Nella ripresa Gasperini conferma l’approccio più pragmatico, scegliendo una formula che preferisce la concretezza alla bellezza. Così mentre la Roma continua a collezionare occasioni, c’è anche una possibilità al quarto d’ora della ripresa, con Abraham che salva su Pasalic evitando l’autogol di Celik. Nel frattempo la Roma continua a pressare, ma l’Atalanta spezza, lotta, è brava ad allontanare i pericoli.

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