La Gazzetta dello Sport (C. Zucchelli) – Sembrava incredibile pensarlo qualche mese fa, ma Alessandro Florenzi rischia di diventare il più grande equivoco della terza Roma targata Rudi Garcia. In una situazione ideale, infatti, in cui tutti i calciatori della rosa fossero abili, arruolati e al massimo della forma, l’ex capitano della Primavera faticherebbe a trovare spazio nella formazione titolare nonostante come impegno e sacrificio sia sempre tra i primi.
DUTTILE Il perché è semplice: quella che è una qualità, cioè il sapersi adattare a tutti i ruoli e il suo non dire mai di no alle richieste del tecnico, rischia di diventare un limite. Garcia (e non solo lui) ha lavorato tanto nell’ultimo anno per convincerlo ad arretrare il suo raggio d’azione e a trasformarsi in un terzino (ruolo che ora gli è riconosciuto dai siti specializzati: durante la presentazione all’Olimpico è stato chiamato con i difensori). Una mossa che si sta trasformando in un boomerang. Perché se il recupero progressivo di Maicon e il rendimento costante di Torosidis sono due buone notizie per la Roma, rischiano di non esserlo per Florenzi. Se il brasiliano tornasse quello di due stagioni fa, infatti, sarebbe senza dubbio titolare, così come non ci sono dubbi sul fatto che per caratteristiche tecniche il greco sia più adatto nelle gare (soprattutto in Champions) in cui più che ad attaccare bisognerà pensare a difendersi. E Florenzi? Col Siviglia è rimasto in panchina per 75’. Riportarlo a centrocampo è una strada che Garcia ha percorso raramente mentre il reparto offensivo è troppo affollato: oltre che su Dzeko e Totti, la Roma ha Salah, Iago Falque, Gervinho, Iturbe, Ibarbo e Ljajic, cioè due in più rispetto al necessario.
VERSO LA FRANCIA Uno scarso utilizzo rischierebbe di penalizzarlo anche in chiave azzurra, nell’anno che porta all’Europeo. Florenzi lo scorso anno è stato uno dei più presenti: è sceso in campo in 45 delle 50 gare disputate dalla Roma, saltandone 2 per squalifica, 1 per infortunio e solo una (contro l’Empoli in Coppa Italia) per scelta tecnica. La sua garanzia, insomma, si chiama Rudi Garcia: lui dovrà solo farsi trovare pronto quando sarà chiamato in causa. E così anche Conte dovrà (e potrà) prenderne atto.