Corriere Della Sera (G.Piacentini) – La gara di questa sera a Frosinone contro gli ungheresi del Debrecen chiuderà la prima parte del ritiro romanista, cominciato il 6 luglio con il raduno a Trigoria. Domani i giallorossi voleranno in Portogallo per la seconda parte di preparazione: in questo periodo affronteranno il Porto, il Siviglia, il Betis e un’altra avversaria ancora da definire, per arrivare al meglio alla prima gara ufficiale, il 19 agosto in Conference League. Dopo quasi 20 giorni di lavoro è già tempo di bilancio, con la consapevolezza che manca tantissimo alla fine del calciomercato e che la rosa potrebbe essere rivoluzionata.
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Il segno più in casa romanista riguarda senza dubbio José Mourinho. E’ lui il vero catalizzatore: se si parla della Roma, in questo periodo, è per il suo allenatore. Ci ha messo pochissimo a prendersi la squadra e rivoluzionare Trigoria, non c’è cosa che non sia approvata da lui. Il carisma è la chiave che il portoghese sta utilizzando per entrare nella testa dei calciatori: Dzeko e Mkhitaryan sono i leader “recuperati”, Mancini e Zaniolo quelli che grazie a lui stanno crescendo, Pellegrini è il capitano confermato. Tra le cose positive anche il buon precampionato di alcuni giovani: Darboe ha convinto subito, Zalewski, Bove e Feratovic si sono messi in evidenza.
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Tra le note negative c’è il fatto che Mourinho ha visto una squadra che deve crescere molto sotto il profilo della personalità e della “fame” di vittoria. Proprio per questo ha chiesto fin da subito allenamenti ad alta intensità e giocatori di esperienza. La rosa ancora incompleta può diventare un problema, così come la lunga lista di esuberi che stanno bloccando il mercato. L’infortunio di Spinazzola è un danno gravissimo, le condizioni di Veretout preoccupano, così come la poca affidabilità di Calafiori. C’è poi da chiarire la posizione di Florenzi (resta o va via?) e di Smalling, con cui Mourinho ha avuto qualche problema in passato.