Corriere Dello Sport (R.Maida) – Sì, sono tredici. Gli eroi di Testaccio avranno osservato orgogliosi, ovunque si trovino. Questa è una Roma che merita rispetto per un filotto di vittorie dentro al tappeto di casa che soltanto nel 1930 la progenitrice squadra di Herbert Burgess, nata appena tre anni prima, era riuscita a ottenere, senza essere mai eguagliata da nessuno. Fino a ieri, fino alla serie infilata un sospiro prima di Natale, con Dzeko nelle vesti rapaci di Sciabbolone Volk e un magnifico Nainggolan a ricordare Fulvio Bernardini. Chapeau.
MERAVIGLIA – Luciano Spalletti aveva già vinto 12 partite in casa di fila sulla panchina della Roma, tra il 2007 e il 2008, arrivando a lottare per lo scudetto fino all’ultima giornata prima che Ibra glielo soffiasse di prepotenza. Ma in questo caso migliora se stesso perché alle 12 vittorie casalinghe in campionato va aggiunto il 2-0 nel derby, da calendario in trasferta ma nella realtà assimilato nello stesso, benedetto sito. Quando le squadre romane avranno ciascuna il proprio stadio questa analisi statistica non potrà essere applicata ma aspettando gli sviluppi futuri, il dato vale e pesa a tutti gli effetti. Dunque sono tredici, tredici vittorie una sopra all’altra, che aiutano a restare in scia della Juventus e ad allontanare le pretendenti al secondo posto che serve per la qualificazione diretta alla Champions. Come ricordava la canzone di Campo Testaccio, «ogni partita è una vittoria, nessuna squadra ci passerà». Il Chievo, già battuto a maggio nelle prime settimane di costruzione, non ha potuto contrastare il fluido dell’Olimpico. E di Testaccio.
VUOTI – Chissà cosa scatta in questa squadra che non ha la Curva Sud, intesa nella logica tradizionale, a sostenerla durante le partite. Anche senza i cori, gli striscioni, la spinta popolare, non perde un colpo da otto mesi dentro al giardino che conosce e coltiva meglio. Ha cominciato Totti con un rigore contro il Torino ad aprile, ha concluso Perotti ancora con un rigore contro il Chievo. In mezzo tante giornate e serate felici, sui livelli domestici della Juventus capolista. E a questo punto la Roma potrebbe persino migliorare, entrare nella storia senza più paragoni, visto che nella prossima partita casalinga (il 22 gennaio) affronterà il Cagliari. Ma prima dovrà imparare a vincere anche in trasferta, visto che alla ripresa del campionato le capiteranno in fila i viaggi sui campi di Genoa e Udinese: la differenza con la Juve si è fatta proprio lì, lontano da casa, con quattro sconfitte e due pareggi che hanno determinato lo scarto in classifica.
MAI COSI’ – E c’è dell’altro. La Roma ha anche chiuso il girone d’andata con sole vittorie casalinghe, nove su nove. Percorso netto, chiaramente, incurante delle difficoltà ambientali. Mai lo aveva fatto prima nei campionati a 20 squadre, anche se già in un’altra stagione aveva completato il filotto nella prima parte: sette su sette in un torneo a sedici squadre con Nils Liedholm in panchina. Attenzione, signore e signori, perché accadde nel 1982/83. Ricordate come finì?